
TRAMA
Sasha trascorre le sue vacanze estive nell’isola di Yeu, in compagnia della figlia di pochi mesi, in una villetta isolata: il marito è a Parigi, a breve la raggiungerà. La giovane turista Tatiana, sbarcata da poco, le chiede il permesso di piantare la tenda nel suo giardino.
RECENSIONI
Considerato da Ozon il suo primo vero film, Regarde la mer è un mediometraggio realizzato con pochissimi mezzi (la casa al mare era di un amico, gli abiti appartenevano alle attrici, la tenda era del fratello del regista, il personaggio del marito è un membro della troupe come tutte le comparse etc etc). Ozon, contrastando moltissimo l'immagine, saturando ed esaltando il dato cromatico (si pensi solo all'incarnato pallidissimo della turista rispetto alla pelle abbronzata della padrona di casa, all'abito rosso di Sasha che ritroviamo indosso a Tatiana nell'ultima scena e che sancisce la sostituzione tra le due donne) rappresenta la collisione tra due pianeti al femminile solo apparentemente distanti: una che ha una vita serena ma che manifesta, freudianamente, un lato oscuro (la bimba abbandonata sulla spiaggia per inseguire una fantasia sessuale' nel bosco; la masturbazione in una camera da letto le cui luci, a detta del regista, citano esplicitamente la pittura di Balthus), l'altra è un'anima randagia di ambiguità disorientante (niente decreta in modo definitivo che si tratti di una psicotica, a tal proposito i segni che Ozon dissemina nella pellicola sono passibili di interpretazioni svariate), una creatura aliena e indecifrabile. Affidandosi alle improvvisazioni delle attrici, elemento che accentua la verosimiglianza (il film è stato girato sulla base di un canovaccio, la sceneggiatura si è pienamente formata nel corso delle riprese), insistendo su inquadrature fisse (sorta di iconici quadri mobili, e non è ossimoro) che si affermano già come cifra stilistica, caratterizzando con ammirevole asciuttezza i personaggi (figure che agiscono nel presente, come in un dramma pinteriano, e del cui passato non si dice nulla) Ozon riesce a trasmettere un soffocante senso di minaccia attraverso pochi e semplici elementi: Tatiana arriva sull'isola e guarda dall'alto della montagna madre e figlia distese sulla sabbia, nella conversazione a tavola il viso della De Van è letteralmente incorniciato dalle tenebre (cfr. il campo-controcampo Leigh-Perkins in Psycho), lo spazzolino viene immerso nella merda, il tema musicale di sola arpa viene reiterato ossessivamente. Mescolando Hitchcock con Bergman (le due donne nella casa al mare è una figura che ci conduce dritti a Persona) l'autore, con la consueta attenzione all'elemento naturale (il mare, la vegetazione, il cielo, la spiaggia sono chiamati continuamente in causa, cornice e parte integrante a un tempo degli avvenimenti cui assistiamo: del resto si rappresenta, sottilmente, anche una sorta di animalesco conflitto tra un'entità predatrice e un'altra depredata) l'autore mette in scena un complesso congegno drammatico in cui il senso di oppressione (1) si mescola a un sottile gioco di seduzione cui non è estranea un'ombra di lesbismo (la scena in cui Tatiana spalma la crema sulla schiena di Sasha lo conferma) e che converge verso un finale atteso eppure sorprendente. Regarde la mer, pur non raggiungendo l'austera perfezione del precedente Une robe d'été, si afferma comunque come un ulteriore, fondamentale tassello nella costruzione di un mondo autoriale stratificato e già maturo.
