Drammatico, MUBI, Recensione

LOLITA (1996)

Titolo OriginaleLolita
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1996
Durata137'

TRAMA

New England, 1947: il professor Humbert s’invaghisce della figlia quattordicenne dell’affittacamere che sposa.

RECENSIONI

È facile liquidare con sufficienza il rifacimento di un "Nabokov/Kubrick" da 40 carati, soprattutto se il regista si chiama Adrian Lyne, campione d'incassi con un erotismo patinato e motivi scandalistici. Più difficile ammettere che quest'opera, segnata da problemi produttivi e da un pubblico che ha disertato le sale, è molto meno grossolana ed effettistica di quel che ci si aspettava dall'autore di Proposta Indecente. Lyne, a differenza dell'originale, può "mostrare" e solleticare maggiormente i pruriti carnali, ma non lo fa in modo gratuito: il suo voyeurismo mira ad una comunione di sguardo con Humbert Humbert (per quanto carattere vile, meschino) e il motore primo dell'opera è l'insano "amour fou", non la provocazione sulla pedofilia. Kubrick giocava magistralmente di languori e sguardi morbosi, ritraendo senza giudizio un insieme di caratteri accomunabili nel mediocre squallore; Lyne tende maggiormente a giustificare il personaggio interpretato da Jeremy Irons (appassionato di ninfette anche in Io Ballo da Sola), sottolinea il suo trauma passato (un amore perso in gioventù), cerca di coglierlo in sguardi più affettuosi che perversi o segnati dal senso di colpa, rimarca la distanza che lo separa da un vero laido, l'eccentrico commediografo (Frank Langella: una meraviglia il montaggio parallelo fra la sua figura, nella penombra, e la lampada fulmina-insetti), e calca la mano sulla natura corrotta della quattordicenne che, senza studio psicologico, ha l’evidenza dell’anormalità cosciente, vive di sconforti (la scena in cui piange), è fresca, vitale, travolgente, segnata dall'esperienza ma anche irrimediabilmente intrigante, capricciosa, calcolatrice ed egoista. Humbert sogna il peccato, Lolita, più che assecondarlo, lo spinge a commetterlo, con una scellerata e schernente incoscienza (lo squallore salvifico della scena in cui lei, mentre fa l’amore, legge il fumetto). La Psiche e l'Eros di Kubrick si contorcevano in un'ammaliante complessità, il Desiderio di Lyne ha la forza e l'evidenza più schietta del sublime e scabroso amore dissennato, che chiede il Paradiso al costo dell'Inferno, non sa più distinguere la vittima dal carnefice e ritrova la straziante quiete della malinconia solo dopo un bagno di sangue grottesco.