Drammatico, Recensione

COME IN UNO SPECCHIO

Titolo OriginaleSåsom I En Spegel
NazioneSvezia
Anno Produzione1961
Durata89’

TRAMA

Ventiquattro ore nella vita di uno scrittore che trascorre le vacanze in un’isola in compagnia del figlio, della figlia appena dimessa da una clinica psichiatrica e del marito di quest’ultima.

RECENSIONI

“Adesso noi vediamo come in uno specchio in maniera confusa”, dice la prima lettera di San Paolo ai Corinzi: in questo primo capitolo di una trilogia sul "silenzio di Dio" (anche se Bergman l’ha prima confermato e poi negato, considerandolo la coda di un periodo che verrà rivoluzionato con il successivo Luci d’Inverno), c’è ancora la certezza della sua esistenza ma il Creatore prende forme mostruose (un ripugnante ragno) perché nasce nell’inconscio di chi da Dio si allontana (Bergman: “Dio c’è dove c’è amore, non nella follia, nel cedimento umano all’irrealtà, in fuga dalla vita”). La macchina da presa, che si muove in un dramma da camera strindberghiano diviso in tre atti, diventa uno specchio dell'universo interiore come mai fu e mai sarà (se non in Bergman) nella storia del cinema. Girato nell'isola di Farö, nel mar Baltico, dove Bergman finirà per stabilirsi (e girare altre opere), identificandosi appieno con i protagonisti ritratti e riflessi. Oscar al miglior film straniero.