TRAMA
Un agente della polizia di Los Angeles viene ucciso dal falsario Eric Masters. Il suo compagno si mette sulle tracce del malvivente per vendicarlo.
RECENSIONI
Non si possono concepire gli anni '80 del cinema internazionale senza Vivere e Morire a L.A., e Manhunter - Frammenti di un omicidio, con cui condivide l'attore protagonista William L. Petersen, l'estetica del poliziesco, per parlarne semplicisticamente, l'uso delle musiche e degli spazi sono in entrambi i casi esemplari. To Live and Die in LA è una costola allucinata di The French Connection, alla piaga della droga si sono sostituiti i soldi falsi. La menzogna del potere viene però gestita da un artista truffatore (Willem Dafoe), abilmente descritto nella articolata sequenza della stampa di cartamoneta, preso di mira dai servizi federali. Petersen si vede accollato un nuovo collega, interpretato da Bill Pankow, la caccia è senza sosta ma in continua divagazione, ed il confine tra legalità e crimine presto deragliato. L'ambiente si costruisce attraverso una complessa giustapposizione di ambienti e personaggi stringendo i protagonisti in un imbuto facile a sfociare nell'animalesca resa dei conti. Nulla però è così semplice, gli informatori non sono d'aiuto (il grandioso personaggio di Turturro), le donne pronte al tradimento e gli avvocati (Dean Stockwell) triplogiocano. L'affanno di Friedkin non è però indirizzato alla conclusione tramica, per quanto indimenticabile, bensì alla definizione d'un intero mondo in corsa vertiginosa verso l'annullamento.