Horror

THE MOTH DIARIES

Titolo OriginaleThe Moth Diaries
NazioneCanada / Irlanda
Anno Produzione2011
Genere
Durata85'
Sceneggiatura
Tratto dadall’omonimo romanzo di Rachel Klein
Fotografia
Montaggio
Scenografia

TRAMA

Rebecca, traumatizzata dal suicidio del padre, stringe amicizia con la solare Lucy e la misteriosa Ernessa. Mentre il legame tra le tre si fa più stretto, Lucy sembra perdere la salute e consumarsi rapidamente. L’immaginazione di Rebecca vola e la ragazza sospetta che Ernessa sia un vampiro. Nel frattempo la giovane si sente sempre più attratta dall’affascinante professore di inglese, Mr. Davies, che tiene un corso proprio su “Carmilla” di Sheridan Le Fanu.

RECENSIONI


Mary Harron, salita alla ribalta internazionale grazie alla discussa trasposizione di American Psycho, il romanzo culto di Bret Easton Ellis, si butta a capofitto nel racconto gotico. La regista canadese dichiara subito le sue intenzioni facendo spiegare, all'improbabile professore di letteratura di un college esclusivo, che in un racconto di tal guisa tre sono gli elementi fondamentali: il sesso, il sangue e la morte. Elementi che, pur con moderazione, si intrecciano nel soggetto del suo film, tratto dall'omonimo romanzo di Rachel Klein. Ecco quindi due grandi amiche, in simbiosi come solo l'adolescenza concede, separate dall'arrivo di una misteriosa fanciulla europea, dal pallore spettrale e con un fascino sinistro. Che sia un vampiro? Ma non siamo dalle parti dei teen-turbamenti alla Twilight, tutti sospiri e palpiti del cuore, e nemmeno della citazione sterile (Carrie - Lo sguardo di Satana su tutti), piuttosto il film ambisce a sondare l'animo femminile unendo un percorso di crescita individuale con le origini del mito. Non a Dracula, però, si risale, ma al precedente "Carmilla", di Sheridan Le Fanu, a cui si deve la figura del vampiro donna entrata poi nell'immaginario. Per buona parte della pellicola i conflitti, le gelosie morbose, i sospetti, le paure, le consapevolezze, funzionano a dovere, instillando, pur senza picchi, un crescendo di tensione e curiosità. La Harron non è approssimativa e cura i dettagli sia a livello di scrittura che sul piano visivo, con una scenografia perfetta per regalare suggestioni e una fotografia fredda e funzionale. In particolare si apprezza che, per una volta, il fatto che in una scuola comincino a morire gli studenti non viene accettato nell'indifferenza, come succede di frequente nei molti horror ambientati nei college, ma desta inquietudini e timori crescenti, anche nei genitori degli alunni. Poi, come troppo spesso accade, nel momento in cui i nodi vengono al pettine, e l'epilogo si appropinqua, forzature e banalità inquinano il risultato, ridimensionando la portata del film. Non disprezzabile, grazie anche alla misura delle giovani interpreti, ma nulla di più di un innocuo intrattenimento.