TRAMA
In uno scenario post-apocalittico, devastato da un’esplosione nucleare, tre eroine combattono per restituire all’umanità il bene fondamentale di cui è stata privata con l’inganno: l’acqua.
RECENSIONI
Diretto da Johnnie To con Ching Siu-Tung, regista (suo, ad esempio, lo strepitoso trittico Storie di fantasmi cinesi), nonché responsabile delle coreografie e direttore delle scene di arti marziali di innumerevoli film (da A better tomorrow II a Hero), The executioners rappresenta la seconda parte di un dittico, il cui primo capitolo, The heroic trio, rimane ancora inedito in Italia. Dettaglio di importanza non minimale, questo, dato che durante la visione del sequel più di un lecito interrogativo, soprattutto riguardante la definizione dei personaggi e i loro precedenti, viene lasciato sospeso, come fosse già acquisito. Contrattando magistralmente il sapere dello spettatore, in una trama sufficientemente contorta di inganni e giochi di potere, i registi danno vita ad un’opera comunque all’insegna dell’elementarità: film evidentemente pensato per il grande pubblico, affronta, con ironica e affascinante propensione epica, temi sempiterni come l’amicizia, il potere, il sacrificio, il perdono, rimanendo non esente da una logica manichea. La trama intreccia il destino (in nome di un fine comune) riservato alle tre combattenti (che rispondono a nomi da brivido come Maggie Cheung, Michelle Yeoh e Anita Mui), inserendo nello sviluppo tappe simmetriche (vedi la perdita di ognuna delle tre protagoniste della figura maschile che le accompagna) che evidenziano una volta di più la semplicità del disegno. Allo stesso modo lo stile si abbandona a momenti di ammaliante e ghignante lirismo (non solo negli ovviamente imprescindibili duelli), scegliendo soluzioni ad effetto come il ralenti e l’improvviso zoom verso i dettagli, e donando così all’opera un’autoparodica e consapevole aura da infantile e (mediamente, perché non tutti si salveranno) buonista fumettone, che negozia continuamene con la reale tensione instaurata nello spettatore. La stessa colonna sonora, i cui testi dialogano con lo scorrere degli eventi, connota le immagini di umoristica grandiosità, così come certi effettacci (pugni che attraversano corpi e risultano visibili sottopelle…) paiono sarcastici allentamenti della tensione. Diverte, irride ed appassiona, ed è l’ennesima riprova dell’estrema consapevolezza con cui Johnnie To, cineasta mai troppo osannato, affronta il genere: avvolge e coinvolge con gli stessi limiti con cui gioca sornione.