TRAMA
Messina: al ritorno dalla guerra, il Principe d’Aragona e il suo seguito sono ospitati in una villa in cui si sta allestendo un matrimonio fra due giovani. Ma il fratello del principe odia il futuro sposo.
RECENSIONI
Scritta da William Shakespeare nel 1598, “Much ado about nothing” è una commedia sentimentale e degli equivoci che disquisisce in profondità, con pungente ironia e sagace leggerezza, sull’universo maschile e femminile, nel momento in cui entrano in contatto e mettono in atto veri e propri approcci fra alieni. Kenneth Branagh la rilegge in modo delizioso, ne coglie in pieno lo spirito brioso, scosso da finte tragedie e rinviene la luce giusta, ricca di colore/calore e sensualità, nel clima toscano anziché a Messina. La sua opera diverte anche quando, a sorpresa, sconfina nel comico (la macchietta di Michael Keaton, nei panni di uno zotico che tenta di parlare in modo forbito, è memorabile); sa commuovere ed emozionare nonostante sia impregnata di un’allegra e movimentata frivolezza, perché riesce a replicare la vivacità ammaliante di un mitologico baccanale, la schiettezza e la gioia di un giorno di festa in cui si danza e si dichiara il proprio amore per la Vita; dà da riflettere riguardo a quel “rumore” che si ode per “nulla”, perché poteva trasformarsi in “qualcosa”, dimostrando quanto siano volubili gli esseri umani. Il gruppo d’interpreti, affiatatissimo, è il cuore pulsante sangue e l’anima per gli umori del film: lo stesso Kenneth Branagh raramente è stato così carico e convincente, né sopra né sotto le righe delle proprie potenzialità. Il consono commento musicale, insieme ai costumi, esclude una precisa collocazione storica della vicenda. Il miglior Shakespeare branaghiano.