
TRAMA
L’immaginaria Plantation Island (in realtà Amelia Island), Florida: una multinazionale, una volta corrotto l’assessore, tenta di comprare parte della costa per realizzarvi delle residenze di lusso. Nel frattempo, una donna nera riabbraccia la figlia perduta e accudisce un ragazzo orfano e piromane.
RECENSIONI
Dietro la struttura corale, non nuova per John Sayles, c’è il Nulla. Per più di due ore si passa di palla in frasca, di personaggio in personaggio: fra noia ed episodi senza climax, si è indotti a credere che il regista frequenti la periferia per arrivare, a un certo punto, al fulcro paventato, cioè un j’accuse al modus vivendi moderno, alla speculazione edilizia (tema anche del precedente City of Hope) ad opera di politici corrotti, cause legali e multinazionali. Sono segnali forniti dal plot: i neri protestano, i bianchi capitalisti truffano. Compare un simpatico vecchietto cieco (il personaggio più riuscito, insieme a quello di Edie Falco, nuotatrice/gestrice di ristorante) che ha nostalgia dei tempi passati, fatti da self-made-man e meritocrazia, mentre come dei sull’Olimpo (rappresentato come un campo da golf: bella idea) anziani capitani d’industria disquisiscono sulle regole del profitto e sul gusto della caccia al tesoro. Ma, invece che convogliare tutte queste tracce in un discorso unitario, Sayles le dipana in un I Peccatori di Peyton davvero poco interessante, fatto di drammi sentimentali, rimpianti, rimorsi e tragedie svelate. Il vecchietto asserisce che “Osteggiamo il cambiamento ma poi ci va bene”, che “Le correnti del mare vanno seguite, non contrastate” e lo spettatore non sa più cosa pensare, perché il film non sa più cosa voglia veramente dire. Forse è un omaggio a quel lembo di terra e alla sua gente; forse cerca una posizione ascetica dal corso della vita; forse s’interessa solo alle microstorie realistiche. Forse. Di sicuro non c’è traccia del tocco magico-favolistico di Sayles, della sua solarità fatta di tradizioni e valori della Natura, dei suoi pamphlet politici fatti passare attraverso il cuore delle persone comuni.
