TRAMA
Marco fa il gigolo per pagare il mutuo del salone di bellezza della moglie e aiutare la famiglia di lei. Judith è una disillusa donna in carriera, divorziata, che preferisce il sesso facile a qualunque impegno amoroso. Tra i due nasce un rapporto lavorativo e, chissà perché, alla fine ci scappa la storia…
RECENSIONI
La Balasko spara addosso a tutto, forse rasserenata dal fatto che il suo Cliente paghi libertinamente un guazzabuglio di anti-stereotipi (così vorrebbe…). In questo caso la messa in crisi della morale comune si incaglia sul legame tra Marco e Judith , che da semplice fenomeno contrattuale sfocia in un alquanto telecomandato rapporto affettivo. Poverino lui che con l’umiliante messa in vendita delle sue doti per pagare affitto e mutuo, non viene capito dalla moglie e compagnia; poverina lei che a forza di filtrare la propria vita/virtuale economicamente (piuttosto chiaro il rimando alla Televendita), come esorcismo per un matrimonio fallito, non si sblocca dall’etichetta di cinica-zitella. Mi sembra giusto allora optare per un tenero rapporto tra i due, una sorta di simil-manifesto contro IL pregiudizio, di modo ché possano venire a galla una miriade di problematiche individuali e sociali. Ne elenco qualcuna giusto per evidenziare l’impegno onnicomprensivo della regista: crisi del nucleo famigliare, in un miscuglio di gags e venature drammatiche poco credibili (spicca lo sfottò verso il metacinema, rappresentato dalla sorellina minore punkettara che stressa con la sua videocamera e invece di registrare la crisi, la ostacola in maniera impicciona), tema della solitudine, un po’ di tutti (nessuno riesce a capirsi, molto giungla interpersonale), elegia del diverso (dal vignettistico nativo americano che esaudisce il sogno esotico della sorella Irene – ma guarda! Impersonata proprio dalla Balasko – fino al rapporto clandestino di Marco, molto più sincero rispetto alla controparte matrimoniale), alla miseria economica che obbliga a scelte “amorali”, ma nasconde dentro di sé una profonda grandezza di cuore; etc etc Il triangolo che viene a crearsi vorrebbe spaziare, scherzare, giocare, rivisitare, punzecchiare, una panoramica di luoghi comuni, per sollecitare i controsensi e le ipocrisie convenzionali di una società, ove la tranquillità economica e il bisogno di amore non riescono a combaciare. Ma permettetemelo, il tutto è reso con un odioso senso ruffiano. Ci sono i contentini per tutti; dalla comicità verace, al più banale psicolog-ismo di sorta, dal dramma idealmente sincero, all’annacquata ironia che funge da sempreverde, fino al sottofondo rap di HAS che esplicita il fattore prolunga del gigolo (per non parlare dei sottointesi uomo/oggetto, oggetto/mercificazione e giù di lì…). Consideriamolo pure un cinepanettone travestito; l’ovazione finale ne è la conferma.
Tratto dal romanzo omonimo del 2004, scritto (anche questo) dalla Balasko.
