TRAMA
Il Dottor Herbert West sta scontando 14 anni di prigione dopo aver causato il massacro della Miskatonic University, una tragedia provocata da strani mostri frutto dei suoi esperimenti. Il Dottor Herbert continua il suo lavoro in carcere e trova la complicità di un giovane medico. Nell’infermeria della prigione non è difficile procurarsi materiale umano da utilizzare come cavia, e così gli esperimenti entrano nel vivo e cominciano i guai.
RECENSIONI
Non c'è due senza tre
"Re-Animator" di Stuart Gordon è diventato un fenomeno di culto grazie alla sua carica eversiva capace di produrre una contagiosa e demenziale miscela di horror e kitsch. Il seguito di Brian Yuzna, già produttore del primo, pur con meno clamore ne ha consolidato il mito. Ora lo stesso Yuzna si cimenta con la terza (inevitabile?) puntata. Al centro della sconclusionata vicenda c'è sempre il dottor Herbert West, specializzato in esperimenti dagli esiti devastanti sulla rianimazione degli organismi morti. Purtroppo il film si affida ad un esile canovaccio: il dottore è in prigione, c'è un medico curioso quanto lui sulle possibilità di far rivivere i morti, c'è un'audace reporter, e il fulcro dell'azione è una valigetta contenente siringhe pronte all'uso per iniezioni dal potere resuscitante. Il film è tutto qui e si configura come una grottesca commedia degli equivoci in cui tutti finiscono per entrare in contatto con le pericolose siringhe, sperimentandone i terribili effetti. Il ritmo è indiavolato ma lo humor è tutt'altro che sottile e di tensione non se ne parla nemmeno. Gli aspetti peggiori sono la sceneggiatura, priva di qualsiasi mordente e con il chiaro intento di arrivare al gore senza preoccuparsi tanto del come, e la recitazione degli attori, poco espressivi ma soprattutto mal diretti. L'assenza di progressione ha come immediata conseguenza la noia, tanto che i numerosi dettagli splatter, senza il supporto di minime motivazioni, producono un moderato divertimento, inferiore alle ragionevoli aspettative. L'estimatore del genere, comunque, troverà di che gioire. Non mancano, infatti, e sono la vera ragione d'essere del film, tronchi umani ambulanti, l'esplosione di una cassa toracica, teste mozzate, frattaglie un po' ovunque, zombi affamati, fino alla chicca che accompagna i titoli di coda: la battaglia tra un topo e un pene. Per chi si accontenta.