Azione, Recensione

SPEED

Titolo OriginaleSpeed
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1994
Genere
Durata119’

TRAMA

Due poliziotti sventano il piano di un terrorista per estorcere del denaro mettendo una bomba in un ascensore: si vendica posizionando un’altra bomba in un bus.

RECENSIONI

Il titolo mantiene quel che promette: la cifra stilistica che ha decretato il successo di questo film è il ritmo serrato, con filo perennemente teso (imprevisti su imprevisti) e motore sempre su di giri. Come per il bus nella trama, la velocità è mantenuta costante, al limite accelera, ma è tassativo non andare sotto le 50 miglia orarie. La pellicola, scritta dallo specialista in action Graham Yost, all’epoca, oltre alla barriera del suono, infranse anche la regola aurea per cui, se si voleva inserire una love-story, era obbligatorio rallentare l’andamento di tutto il convoglio filmico (annoiando a morte i fan dell’azione). L’idea di fondo è di unire, in tre blocchi narrativi consecutivi, tre mezzi di trasporto potenzialmente mortali e sfruttati singolarmente in pellicole precedenti: l’ascensore, il bus e la metropolitana. Singolarmente presi, gli ingredienti sono pure convenzioni del cinema poliziesco, ma la formula che li frulla insieme inietta un’adrenalina inedita e divertita (le battute servono a sdrammatizzare, a volte anche troppo). L’esordiente Jan De Bont, ex – direttore della fotografia, più che Paul Verhoeven, per cui ha lavorato a lungo, ha come modello di messinscena le produzioni di Joel Silver (se non ha visto The Bullet Train), stile Die Hard e Arma Letale (il poliziotto di Keanu Reeves è temerario ed eccentrico come quello di Mel Gibson) e gira vorticosamente anche la macchina da presa, infarcendo il tutto con effetti speciali e un potente montaggio sonoro che si è aggiudicato l’Oscar. Nella speditezza, qualcosa viene sacrificato, ma non c’è il tempo sufficiente per storcere il naso sulla verosimiglianza (alla fine ci sono più vittime, danni ed incidenti di percorso di quelli che ci sarebbero stati a pagare il riscatto o a perdere gli ostaggi). Almeno tre invenzioni notevoli: quella in cui si spara all’ostaggio, quella della carrozzeria e quella del “bob” di salvataggio, senza dimenticare tutte le scene da “autoscontri”, girate dal vero in esterni, e il muso delizioso di Sandra Bullock.