Thriller

RED RIDING 1974

Titolo OriginaleRed Riding: In the Year of Our Lord 1974
NazioneGran Bretagna
Anno Produzione2009
Genere
Durata102'
Sceneggiatura
Tratto dadal romanzo di David Peace
Fotografia
Montaggio
Scenografia

TRAMA

Yorkshire, 1974. Un evento segna la vita di una comunità nell’Inghilterra del Nord: la scomparsa di una bambina, che verrà ritrovata cadavere con due ali di cigno cucite sulla schiena. Il giovane cronista di nera sul caso, Eddie Dunford, annusa lo scoop: a suo avviso l’omicidio si ricollega ad alcune sparizioni avvenute nel recente passato. Inizia una relazione con Paula Garland, madre della bimba uccisa, e sospetta di John Dawson, l’uomo più importante della regione. Dunford si lascia coinvolgere troppo.

RECENSIONI

Nella primavera 2009 Channel 4 ha mandato in onda The Red Riding Trilogy: tre film, girati da tre registi diversi, che portano sullo schermo la quadrilogia dello scrittore inglese David Peace (1974, 1977, 1980 e 1983). Oggetto: le indagini romanzate sullo Squartatore dello Yorkshire, che realmente colpì nella contea inglese tra gli anni ’70 e ’80. Il canale televisivo, con la sua commissione, ha puntato chiaramente sulla coniugazione tra Tv e cinema: ha scelto tre registi cinematografici, uno sceneggiatore unico - Tony Grisoni - con molti lavori importanti (l’ultimo, Tideland di Gilliam) e un cast di attori dal grande schermo. L’obiettivo è raccontare la complessa storia di Peace con la carta dell’alternanza stilistica: gli autori sono “lasciati fare”, non si conformano tra loro, anzi sul collante dello script comune declinano l’intreccio secondo le proprie sensibilità, cesellando così tre oggetti in successione ma di fatto diversi, affidati alle interpretazioni singole. In 1974 Julian Jarrold presenta subito le due anime che muovono la saga: da una parte la lunga detection, dall’altra lo sfondo significativo della storia inglese di quegli anni. Sia dal lato politico che sociale già affiorano allusioni che, stratificandosi sullo sfondo, in alcuni tratti vengono avanti ed emergono in primo piano: per esempio nel pieno dell’indagine la radio annuncia lo sciopero dei minatori, nel finale il germe della violenza scoppia nelle forze dell’ordine. In mezzo abbiamo un serial killer movie visto dalla redazione di un giornale: con brevi, fugaci pennellate viene evocata un’atmosfera grave, la cifra di uno Yorshire polveroso esattamente come la fuliggine che si leva dall’incendio del campo nomadi; un luogo/personaggio che occulta, dove i fatti non si distinguono, qualcuno sa ma non dice, nessuno si stupisce per un delitto che è nell’ordine delle cose. “E’ la verità che conta”, dice Eddie Dunford (Andrew Garfield, il futuro Spider Man), che si butta nel caso come antidoto per la morte del padre. E solo più avanti, dopo il graduale coinvolgimento con Paula (Rebecca Hall), sarà chiaro il senso della sua segnalazione narrativa: risolvere il caso è anche conoscere la verità su sé stessi. Se da una parte, allora, questo primo tassello denuncia un certo ripiegamento sulle tappe dell’indagine procedurale (con polizia, giornali, omicidi a catena), dall’altra sviluppa una concezione del serial killer come virus: esso contagia chi ha intorno, sconfina nella vita personale, sovverte la regola narrativa sfiorando la soluzione per poi perderla di nuovo. Jarrold, appassionato di libri complessi (viene da Brideshead Revisited di Evelyn Waugh), costruisce un’atmosfera deviata con simboli e segni (l’ossessione del cigno) e azzecca almeno una splendida sequenza onirica, l’incontro di Dunford con la madre, sempre ferma restando la riflessione intrinseca sulla parabola di un Paese. Così Jarrold: In Red Riding c’è già uno spaccato di storia britannica, mi sono solo occupato di sistemarlo in forma drammatica.

Red Riding 1980

Red Riding 1983

Primo di una trilogia televisiva, uscita anche al cinema, della benemerita Channel 4, incentrata su quattro romanzi di David Peace dedicati alla figura realmente esistita dello Squartatore dello Yorkshire (“red riding” si riferisce sia a Cappuccetto Rosso, sia ai tre “ridings” in cui è divisa la contea). Il canale Tv ha puntato su di una produzione che ha poco da invidiare a quelle cinematografiche e ha affidato le tre sceneggiature al solo Tony Grisoni, optando però per tre registi diversi con massima libertà di adattarle secondo le proprie inclinazioni, senza obblighi di conformarsi ad alcun stile unitario: Julian Jarrold, che nel piccolo schermo ha spesso dato prova di regie personali e non di mestiere, opta per una figuratività che riporti alla memoria gli anni settanta, per una fotografia con grana grossa e sbiadita e per un cinema del dettaglio, con quadri che si restringono su di una frazione di ciò che contengono, ottenendo l’effetto di rendere pregnante l’atmosfera a scapito di un piatto cinema di indagine. Mentre lo script è abile a rendere intrigante la detection, a disseminare particolari (anche storici, attraverso Tv, giornali, radio) apparentemente insignificanti che, in seguito, contribuiranno al quadro generale, la regia inserisce frammenti visivi che aumentano la complessità (e il piacere) dell’intreccio. La zona romanzata, poi, fa la parte del leone in zona finale, dove stereotipi come la felicità con sogno di fuga con l’amata e i tradimenti di figure di supporto contribuiscono ad un crescendo di violenza e rabbia che lascia il segno.