TRAMA
Un virus extraterrestre è tenuto in gran segreto da una misteriosa organizzazione paragovernativa. Gli agenti dell’Fbi Mulder e Scully indagano.
RECENSIONI
Chris Carter, ideatore e autore dell'omonima serie Tv (1993-1997), non rischia per il passaggio sul grande schermo, non cerca linguaggi e stilemi diversi, ripropone ai fan un episodio D.O.C. rendendolo "bigger", non "better". Per nostra fortuna la qualità degli originali (già, di per sé, molto "cinematografici") è mediamente alta, con capitoli curati sia a livello iconografico, sia di dinamiche psicologiche (Mulder e Scully come scontro/incontro fra Razionalismo e Fantasia incontrollata). Ad ogni puntata fa capo un'idea fantastica "forte" e top secret, poco originale in sé ma ben giocata nel mistero. Qui abbiamo la solita astronave seppellita dai ghiacci e gli omini verdi E.T. che, all'occorrenza, si trasformano in sanguinari Alien e Ultracorpi. La fantascienza è più credibile della fantapolitica e dei suoi macchinosi tentativi d'insabbiamento: confusione, ambiguità e casualità inverosimili complicano un caso altrimenti semplice (e noioso?). Mulder e Scully sono sempre sul posto giusto al momento giusto mentre la controparte ha facoltà intellettive sovrumane per poterne, al contempo, prevedere, controllare, guidare e agevolare le mosse (in un finale "lassista": dopo tanto impegno, l’organizzazione molla tutto con estrema facilità). Il giudice istruttore della commissione indagatrice taccia l’esposizione di Scully di lacunosità ed inverosimiglianza: in effetti, anche nel film i nessi causali sono dati per scontati e i vistosi comportamenti dei "collaborazionisti degli alieni" sono inconcepibili nella politica di segretezza. Dopo la fine del primo tempo si ha la sensazione di aver assistito solo ad un prologo; al termine del secondo si è di fronte ad una trama agile crivellata di vuoti pneumatici con l'aria sofisticata. Il regista Rob Bowman è il più affezionato alla serie: 23 episodi e, grazie ad essi, due Golden Globe vinti.