TRAMA
Wild Bill Hickok è una leggenda del selvaggio West: pistolero infallibile e feroce sceriffo, ora deve vedersela con un ragazzino che vuole ucciderlo per vendicare la madre sedotta e abbandonata.
RECENSIONI
Straordinario capitolo dell'epopea western: toglie il fiato nel linguaggio moderno che unisce le movenze epiche al passo onirico, la mitopoiesi alla demitizzazione (i toni decisamente grotteschi della parte finale). Walter Hill si riscatta dal deludente Geronimo adattando il lavoro teatrale “Padri e figli” di Thomas Babe e il romanzo “Deadwood” di Pete Dexter: fra flashback in bianco e nero e inquadrature rigorosamente oblique, non rinuncia nemmeno alle predilette luci al neon metropolitane e le rinviene, ad esempio, nelle lanterne rosse di un quartiere cinese o nel riverbero delle fiamme contrastate dal blu notte. La familiare parabola del pistolero leggendario è ripercorsa in chiave allegorica: i figli si rivoltano contro i padri e vorrebbero deporre il Sistema verso cui nutrono, al contempo, odio e timore reverenziale. Wild Bill è il Totem, un ricettacolo di odi, sfide e frustrazioni: è il Sogno Americano di cui il popolo si nutre famelicamente, ridotto a brandelli per ottenere fama, distorto per partorire una religione. È un'insidiosa fenice che nasce dalle ceneri di una società avida e violenta per domarla con gli stessi mezzi e che soccombe, prima di tutto, sotto il peso dei ricordi, dei rimorsi per affetti trascurati, di un furore che si mangia la coda: questa ri-flessione sulla società statunitense (tipica di Hill e di tutta una generazione di cineasti esplosi negli anni settanta: Carpenter, Schrader, Milius, Scorsese) è condotta senza sottolineature, in modo esemplare. La sceneggiatura di Hill sorprende anche per la sua struttura episodica armonica e pregnante, ricca di situazioni pittoresche e anomale atte a rinnovare, fino all'irrisione, l'immaginario del genere (il duello sulle sedie a rotelle; i tre detenuti in una gabbia medievale; il Buffalo Bill Show; la copulazione fra Wild Bill e Calamity Jane sulle note di “Glory, glory allelujah”). Un grande e igno(ra)to film western edipico sull'istrionismo (della leggenda e di uno stile di vita).