Drammatico

THE HUNTING PARTY

Titolo OriginaleThe Hunting Party
NazioneU.S.A./Croazia/Bosnia Erzegovina
Anno Produzione2007
Durata103'
Sceneggiatura
Scenografia
Musiche

TRAMA

Il reporter Simon Hunt e il cameraman Duck hanno lavorato nelle zone di guerra più calde, dalla Bosnia all’Iraq, dalla Somalia a El Salvador. Insieme sono scampati alle pallottole, hanno portato a termine reportage sensazionali e collezionato Emmy. Poi la svolta drammatica: durante una diretta televisiva da un paese bosniaco, Simon ha un crollo psicologico. In seguito all’accaduto, Duck viene promosso, mentre Simon sparisce dalla circolazione. Cinque anni dopo, il cameraman ritorna a Sarajevo con Benjamin, reporter alle prime armi, in occasione del quinto anniversario della fine della guerra. Come un fantasma del passato, Simon rientra in scena, con la promessa di un’esclusiva mondiale: sa dove si può trovare il criminale più ricercato in Bosnia, “la Volpe”.

RECENSIONI

"Perché metto in pericolo la mia vita?", si domanda il reporter Richard Gere, "Perché vuol dire vivere, il resto è televisione". È questa la vera anima del film, al di là delle tematiche alte che la sceneggiatura prova ad affrontare. I due protagonisti sono infatti affamati di azione, pericolo e guerriglia e la maggiore contraddizione della pellicola è che finisce per celebrare ciò che sulla carta lotta invece per debellare. Poco male se ci fosse coscienza, o un minimo di approfondimento sull'incoerenza del protagonista (che senza conflitti resterebbe disoccupato anche, se come afferma in un altro momento, "È incredibile quante guerre riesci a trovare se le vuoi cercare"), invece il tema spinoso viene affrontato all'insegna unicamente dell'action-movie. La storia prevede tre giornalisti che si mettono sulle tracce del criminale di guerra Radovan Karadzic, colpevole di atrocità durante il conflitto serbo-bosniaco. Se però sostituiamo la Bosnia con il pianeta di una lontana galassia ci troviamo di fronte a tutti i luoghi comuni del genere: un cattivone senza cuore con il fido scagnozzo sanguinario e torturatore, un trio di agguerriti protagonisti che nulla teme in nome dell'avventura e della giustizia, la sensazione per i tre di trovarsi soli contro tutti, la cattiva accoglienza da parte dei locali, le battutine sdrammatizzanti, il contatto con una bella infiltrata e l'arrivo dei buoni (o pseudo tali) all'ultimo momento. A peggiorare il tutto anche la trasformazione di un dramma mondiale in una canonica vicenda personale (è stato il dittatore ancora latitante a uccidere al protagonista la bella fidanzata, per di più incinta). Se fosse un film di fantascienza sarebbe ugualmente prevedibile e improbabile, trattandosi di una storia che attinge al reale, il film diventa anche un'occasione perduta per andare a fondo degli eventi denunciati arrivando davvero a colpire e smuovere le coscienze. Ci si chiede perché l'unico modo per Hollywood di raccontare i problemi degli altri sia quello di assimilarli per forza ai propri modelli narrativi. Uscendo da questi limiti, che ovviamente inquinano le ambizioni, il film scorre piacevole, ha battute divertenti, belle musiche che attingono a sonorità balcaniche, ottimi titoli di coda (anche coraggiosi nel fare nomi e cognomi) e un'ambientazione in Bosnia, quindi nei luoghi effettivi dei fatti narrati, che connota con realismo le dinamiche dell'azione. Ma non basta per sostenere un progetto che non esce dagli stereotipi della Hollywood impegnata, non al suo peggio, ma al suo standard.