
TRAMA
La tranquilla cittadina di Antonio Bay, alla vigilia della celebrazione dei suoi padri fondatori, viene avvolta da un nebbione da paura. La gente comincia a morire misteriosamente e non è colpa dell’umidità…
RECENSIONI
A parziale giustificazione di ciò che segue, dichiaro subito il mio status di non-necessariamente-fan di Carpenter; premesso ciò, aggiungo che il suo The fog (1980) non mi è mai sembrato una gran cosa: una buona atmosfera (almeno iniziale) e qualche sequenza efficace davvero ben orchestrata venivano in massima parte rovinate da un progressivo mutamento del film in banale zombie movie, con troppe cadute di script e troppi accenni di sciatta ridicolaggine. Bene. Liquidato così uno dei film più famosi di Mastro Carpenter (mi scusino i fans ma lo spazio, e lo scrivente, sono quelli che sono), c'è da dire che questo The Fog (2005) non rende comunque giustizia alla sua matrice e, se risulta fedele all'originale nello spirito da B-Movie, lo tra(sgre)disce invece nella carne di una appena passabile confezione tele-homevideo-visiva. La regia di Wainwright (Stigmate) infatti, che di televisione ne ha fatta tanta, è del tutto priva di personalità e ha il solo merito (a volercelo vedere) di settarsi su standard indefinibili e demodè, senza montaggio frenetico, manipolazioni velocistiche dei fotogrammi o effetti sorpresa audio-visivi di prevedibilissima imprevedibilità. Lasciati cadere nel nulla gli accenni iniziali da teen horror (neanche quella si rivelerà una 'scelta di campo'), The Fog prosegue così, insapore e indolore, con una sceneggiatura che sembra un temino elementare, fino a un inopinato finale (unica grande novità rispetto alla storia originaria) che, oltre ad essere mal gestito dal punto di vista dell'effettiva 'efficacia narrativa', sacrifica la coerenza interna sullaltare del colpo di scena. Rimane invece intatto il sostrato socio-politico del film di Carpenter, che come al solito offrì ai suoi esegeti un'ampia griglia interpretativa che vedeva nel 'peccato originale della società/civiltà' (soprattutto americana) la sua linea guida principale. Infelice, invece, la scelta di mutare le presenze avvolte nella nebbia da zombi di malsana ma robusta costituzione in evanescenti ectoplasmi digitali, che se si rivelano passabili in contesti ironico/parodici (Sospesi nel tempo, La maledizione della prima luna), stonano decisamente se utilizzati a fini 'seriamente' horrorifici. Attori adeguati, con protagoniste due stelline tele-filmiche: Tom Welling (l'aitante Clark Kent di Smallville) e Maggie Grace (la Shannon Rutherford di Lost).
