Fantascienza, MUBI, Recensione

STEREO

Titolo OriginaleStereo
NazioneCanada
Anno Produzione1969
Durata65’
Sceneggiatura

TRAMA

All’Accademia, un gruppo di giovani, su cui è stata sperimentata una telepatia indotta artificialmente, è fatto interagire sessualmente e studiato.

RECENSIONI

Dopo due cortometraggi, Cronenberg incrementa il minutaggio con un’opera sperimentale che, in bianco e nero, simula il documentario nella finzione fantascientifica (sottotitolo: “Tile 3B of a CAEE Educational Mosaic”), anche per ovviare alla mancanza di sonoro in presa diretta. Condizione perfetta, inoltre, per rappresentare uno stato telepatico che fa a meno dei sensi e del linguaggio comune, evidenziando il dislivello tra fredda voce narrante scientifica, specialistica e professionale (con interessanti spunti di riflessione socio-scientifico-filosofali sull’uomo) e il vissuto sofferente di queste giovani “cavie”. Mentre la voce fuori campo espone teorie confortanti sui benefici di una società formata da esseri telepatici, a Cronenberg interessa osservare l’uomo durante i suoi tentativi di manipolare l’esistente, testimoniando la violenza della scienza sulla natura senza connotare negativamente approccio e risultati. L’abilità “fantascientifica” descritta (ripresa in Scanners) apre le porte ad un’altra delle sue future ossessioni, la sessualità come pura proiezione mentale e culturale, dove l’essere compiuto è “onnisessuale”, eliminando tabù e ruoli prestabiliti. In questo senso, quello telepatico è il prototipo dell’uomo “tridimensionale” (stereo?). Sono già rinvenibili i temi della separazione cartesiana fra mente e corpo, delle sperimentazioni scientifiche che generano mutazioni, delle componenti sessuali estreme (preconizza l’amore “virtuale”: toccando un manichino, le sensazioni vengono trasmesse ad altro corpo nudo a distanza; il rapporto a tre nel finale; il connubio cibo-erotismo), della lotta per il potere (nei gruppi telepatici si forma un “dominante” che assoggetta gli altri). Quest’insieme di stimoli approda ad una complessa riflessione sul comportamento e la psiche umana, in uno stato estetico per lo più allucinato (i carrelli veloci per i corridoi, l’ambientazione algida e spoglia, il “terzo occhio” della preveggenza/telepatia nascosto nel terreno ad esperimento fallito) che ricorda, nell’unione con i temi sessuali, l’avanguardia di Kenneth Anger passando per i modi di La Jetée. I piani sequenza senza sonoro, i contenuti al contempo misteriosi, inquietanti, inintelligibili e trasparenti (nelle pose di un seminario medico per neofiti) possono essere però estenuanti.