Drammatico, Musicale, Recensione

SARANNO FAMOSI

Titolo OriginaleFame
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1980
Durata133’

TRAMA

New York: alla High School of Performing Arts, varie audizioni e iter scolastici di un gruppo di giovani artisti. Il racconto si focalizza su di un ballerino nero (Leroy), un talento poliedrico (Coco), un musicista elettronico (Bruno Martelli).

RECENSIONI

Un classico, che sfornerà epigoni (anche nei modelli scolastici) e, due anni dopo, un fortunato serial più all’acqua di rose ma di grande successo: si compartecipa, fra esaltazione e dolore, a sogni e vicissitudini di bravi attori emergenti, per cui la finzione si estende alla realtà (gran parte dei ragazzi proveniva da quella scuola). La combustione fra immagini da ‘presa diretta’ e musica, per numeri che rispettano i codici del musical ma sono diegetici e paiono scaturire per caso (senza sovraincisioni), fa spesso correre brividi lungo la schiena, con evidenza del lavoro di montaggio di Gerry Hambling e di una modernità di linguaggio distante anni luce dal format imperante (cui appartiene, ad esempio, Chorus Line, che ha fatto venire l’idea per il film al produttore David De Silva). Tutto merito del regista Alan Parker, della bravura con cui gestisce la coralità di otto protagonisti immaginata dal librettista Christopher Gore (nessuna parentela con l’autore delle musiche Michael), del modo in cui prende la distanza dai suoi toni lievi per dare spazio a pagine anche tragiche. Restituisce un eloquente spaccato della gioventù e delle sue aspirazioni artistiche, con l’etica dell’impegno per acquisire gli strumenti che formino l’identità creativa: dietro, c’è un apologo sulla differenza (in obiettivi e mezzi) fra il successo da ‘sogno americano’ e quello della formazione che prescinde dal fallimento. La title-track cantata da Irene Cara, ispirata a ‘Hot Stuff’ di Donna Summer (usata in sottofondo durante le riprese), ha vinto l’Oscar e, a prescindere, è intramontabile come il numero musicale che la riguarda, che ha richiesto tre giorni di lavorazione per strada, 200 presenze e 8 coreografie di ballo. Splendidi l’omaggio al Rocky Horror Picture Show e l’iconico logo “Fame” disegnato da John Gorham.