Recensione, Thriller

REAZIONE A CATENA

Titolo OriginaleChain Reaction
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1996
Genere
Durata107’

TRAMA

Un gruppo di scienziati trova il modo, attraverso l’idrogeno, di dare energia pulita al mondo. Il loro laboratorio viene sabotato ma c’è come testimone un membro del team, Eddie Kasalivich. Affinché non parli, lo incastrano come terrorista.

RECENSIONI

Ha tutti i requisiti per essere un solido, convenzionale thriller di genere, con complotto governativo e fuga degli innocenti dal Sistema per provare la propria innocenza. Una formula collaudata che va maneggiata: Andrew Davis, che gira come sempre nella natia Chicago, non ha le doti di Sydney Pollack per trattare il materiale umano-psicologico, ma di thriller politici uno-contro-tutti è un esperto, riunendosi allo sceneggiatore JF Lawton di Trappola in Alto Mare e re-inscenando la trama di Il Fuggitivo. Il budget è adeguato, c’è creatività nell’inventare pittoresche vie di fuga (il ponte sospeso, che ha richiesto una settimana di riprese, il mezzo su ghiaccio dei pompieri), meno nelle varianti allo schema super-cattivi vs. innocenti incastrati (con il prevedibile espediente dell’amico potente che si rivela la nemesi: per fortuna è tenuto “nascosto” per poco). Il problema è che, potendo contare sulla sola dinamica degli eventi, impossibilitato a fare affidamento sull’espressività di Keanu Reeves (mera “pedina” in azione), il film è tarato in partenza.