Drammatico

QUESTO IMPOSSIBILE OGGETTO

Titolo OriginaleL'impossible objet
NazioneFrancia
Anno Produzione1973
Durata117’

TRAMA

Parigi: uno scrittore inglese, sposato e con tre figli, ha una giovane amante che pretende lasci tutto per lei.

RECENSIONI

John Frankenheimer corona il suo periodo di stilemi “all’europea" (è da includere anche L'Uomo di Kiev, sempre con Alan Bates) girando in Francia questo curioso dramma sentimentale che, location suggestive a parte (scali anche a Roma e in Marocco), è dotato d'una buona intuizione: porre da subito il dubbio nello spettatore se ciò che vede è reale o solo il parto della fantasia d'uno scrittore. Con questa premessa, il consueto triangolo sentimentale si fa più intrigante e gli autori (lo sceneggiatore è Nicholas Mosley: interessanti e penetranti le sue riflessioni sull'amore) confondono in modo sottile e raffinato la possibile discrasia fra ciò che accade e ciò che è immaginato. Frankenheimer inserisce sprazzi allegorici e alcuni supposti flashback che assomigliano più a dei sogni che a dei ricordi; Mosley, ad esempio, insinua l'incertezza facendo confessare al personaggio innatamente infelice (e nudo, “alla francese”) di Dominique Sanda che "C'è qualcosa di pauroso in quel suo dire cose non vere che poi vere diventano". Il (uno dei) personaggi(o) di Alan Bates, in modo emblematico, sogna d'essere Dio, vestito di bianco, a passeggio per un viale dove una serie di porte lo conducono fra i ricordi o le storie immaginate. Come un essere onnipotente vorrebbe poter guidare le fila della propria vita, del passato, dell'amore. Come uomo frustrato ed ipocrita cerca il suicidio. Quale dei due esseri antitetici sta scrivendo questo impossibile (s)oggetto? La verità, forse, ritrae il vero personaggio di Bates come un uomo solo, in una stanza d'albergo a Roma, senza amante e senza famiglia. Un'opera ammaliante, depressa nella fotografia color ruggine (si concede una sola gag, quella dell’idraulico in casa), ben interpretata, che non fu mai distribuita in sala a causa del fallimento della casa di produzione. L'Io narrante del personaggio di Dominique Sanda, nella parte finale in Marocco, è un poco ingombrante.