
TRAMA
1965: la storia del periodo più delicato della presidenza di Lyndon B. Johnson.
RECENSIONI
Il testamento registico di Frankenheimer è un abbagliante tv-movie con le palle cubiche. Forte di una sceneggiatura inattaccabile e di una squadra d’attori formidabili formidabilmente diretti, Path to war incolla alle poltroncine con 165’ di chiacchiere. Il film è infatti verboso fino al logorroico, ma la profondità dei dialoghi, i personaggi ricchi di sfumature, l’assenza di cali di tensione, un ritmo perfetto e la mano ferma di Frankenheimer, che sa mettersi al servizio di un film che non richiede slanci di virtuosismo, lo rendono un piccolo capolavoro. Michael Gambon nella parte del presidente Johnson è semplicemente gigantesco e dota il personaggio di una statura e di una complessità morale quasi shakespeariane, mentre Sutherland, dopo stronzate alimentari come Instinct, L’arte della guerra o Virus (Letale e non), torna finalmente a Recitare in un Film. Forse la miglior pellicola “(precisamente) sul Vietnam” mai fatta.
