Commedia, Recensione

QUALCOSA DI NUOVO

NazioneItalia
Anno Produzione2016
Genere
Durata93'
Tratto dadalla commedia teatrale La scena di Cristina Comencini
Scenografia

TRAMA

Micaela Ramazzotti e Paola Cortellesi sono Maria e Lucia. Amiche opposte per attitudini e comportamento, hanno in comune il non essere più giovanissime e il giovanissimo Luca, col quale si ritrovano in un triangolo amoroso reciprocamente taciuto e disseminato di equivoci.

RECENSIONI

Qualcosa di nuovo è la trasposizione cinematografica della pièce teatrale La Scena, scritto e diretto dalla stessa Cristina Comencini, anno 2013. Quindi proprio nuovissimo non è; ma aspira alla contemporaneità di un discorso sulla donna, sull’amore e sull’età qui e oggi, che vede in effetti due donne fare sesso con un liceale. All’interno di questo semplicissimo schema compaiono stralci di esistenzialismo amoroso, di riflessioni a posteriori, di ricordi dolorosi, di un presente traumatizzato e traballante. Portatore del pensiero analitico, insieme al benefico contributo fisico nella vita delle due donne, è un “ragazzino” con tutte le carte in regola, tranne appunto il fatto di essere tale, tanto che la stessa denominazione lo manda in escandescenza, mentre le due amiche alternano comportamenti bambineschi e contegnosi. Così il primo è delegato a sostituire un universo di uomini mancanti e, quando presenti, manchevoli; le seconde a soppiantare le coetanee confermando quella contemporanea come l’era delle single mature attraenti altrimenti dette milf. Quello che salva un quadro semplicistico nella sua decadenza, è la commedia che tutto rende possibile e tutto risolve. Quindi facciamo finta di non patire il fondo di anaffettività che rende i tre protagonisti reciprocamente utili ma mai davvero intimamente complici; le due amiche che si rivelano poco sincere e vagamente moraliste; il fondo di tristezza della sfuriata finale e un sospetto di opportunismo che offrono come solo rifugio la gag.

Non vale la pena di moraleggiare su un film che in fondo intende divertire, ed è infatti concepito con le premesse di una commedia degli equivoci e lo svolgimento di quella (più o meno) “sofisticata”, conservando un’enfasi recitativa che riporta al teatro da cui parte. Fare ciò significa però affidarsi interamente a una sceneggiatura e soprattutto a una regia più brillanti di qualsivoglia soggetto. E non è così. Non mancano in effetti i momenti in cui l’impianto funziona. Ma non bastano nemmeno a farne un lavoro veramente efficace. Le due protagoniste sono gradevoli e graziose nell’autoironia per cui sembrano due tardone, ma sono in realtà due belle donne, anche se la Cortellesi pare aver smarrito parte della sua grande verve comica, ma ci canta un po’ di cover jazzate, e la Ramazzotti finta tonta ogni tanto ha degli scivolamenti troppo finti e troppo tonti, ma un graffiato affascinante nella voce (quello che ha consentito nel doppiaggio italiano una buona Samantha di Her, se si pensa all’incredibile e pressoché insostituibile vocalità di Scarlett Johansson della versione originale). Quanto a Luca (Eduardo Valdarnini), aspettiamo solo un momento che cresca. Di ruolo, naturalmente.