TRAMA
Un medico è convinto che la moglie sia stata messa incinta dagli alieni che l’avevano rapita. Si confida con la psichiatra che, però, non gli crede.
RECENSIONI
Brian Yuzna ha spesso a che fare con soggetti ordinari e sceneggiature di serie B (in tutti i sensi): siamo di fronte ad una variazione sul tema di The Dentist, ma sono numerosi anche i film che trattano il rapimento di esseri umani da parte degli alieni (questo ricorda soprattutto Communion di Philippe Mora), mentre il tema dell’angoscia della natalità proviene da Rosemary's Baby. I “corpi estranei” sono uno standard del genere, da Alien a Invasione degli Ultracorpi (il controllo della mente). Dopo un prologo con dramma psico-familiare e l’eccessivo indugio sul trauma del singolo non-creduto, Yuzna gioca da maestro sull’ambiguità: inietta il dubbio che la traccia extraterrestre sia solo la fuga nella fantasia di un uomo con la sindrome dell’impotenza e/o la paranoia del tradimento, per l’unica punta di sarcasmo (l’alieno, piuttosto che l’autocritica) in un horror (per lui) insolitamente grave. Sviluppa la materia al calore/colore delle amate luci al neon fino a renderla…in-alienabile (irrinunciabile) dalla sequenza nell’ospedale psichiatrico in poi, dove la chiave di lettura psicanalitica moltiplica le finestre sulle interpretazioni/percezioni. La combinazione d’orrore e ginecologia conferma che uno dei suoi modelli è David Cronenberg (Inseparabili), anche nei temi della sperimentazione oltre il lecito e dell’essere umano che abbraccia l’orrore nei lati oscuri della sua personalità. La sua “nuova carne” è l’allegoria del sesso vissuto contemporaneamente come colpa piacere e dolore: tornano, con l’aiuto del fido Screaming Mad George al trucco, le inquietanti (ed estatiche) orge di Society nelle sequenze erotico-repellenti della “fecondazione” aliena. L’amore folle sfida ancora l’Etica e l’istinto materno, contro ogni ragionevolezza, difende ad oltranza la prole. Particolare la sequenza in cui il cambio della proiezione mentale della vittima trasforma l’indole affabile degli alieni in qualcosa di orribile: gli attributi sessuali, prima sublimati dalla memoria in neutre protesi meccaniche, palesano la temuta polpa (un pene abnorme).