
TRAMA
Nella notte di Halloween, il figlio di sette anni di Mike e Kristen scompare. Aveva visto un’ombra e detto al padre “Paga il fantasma”. Dopo un anno, Mike segue la pista su di una strega celtica.
RECENSIONI
Il fantasma del cinema
Difficile valutare la carriera di un regista che ha esordito con un’estetica (iper)realista cruda e dirompente (Cristiana F., Ultima Fermata Brooklyn), è scivolato osando (Body of Evidence), si è leccato le ferite in Tv, è riapparso con un anonimo teen fantasy (Il Mio Amico Vampiro), s’è riappropriato di soggetti spigolosi (La Banda Baader Meinhof e Zeiten Ändern Dich) e, ora, (ri)crolla alle prese con un racconto breve di Tim Lebbon (con, però, madre e figlia protagoniste) adattato dal regista Dan Kay, riciclatosi come sceneggiatore horror (Timber Falls): solo il recente successo di produzioni low-budget alla Jason Blum giustifica il finanziamento di tale paccottiglia. Una trama buona per il più soporifero fill-in del serial Grimm, appesantita da una drammaturgia lasca e, al contempo, distratta: tempo fa propenso alle scene disturbanti, Edel s’affida solo a meccanismi brevettati (le apparizioni soprannaturali improvvise), efficaci se non kitsch (la soggettiva fra volti mascherati schernenti) e si “attiene al copione” (pessimo), reo di profili psicologici senz’arte né parte. Al fantasma del Cinema, paga le idee portanti derivative, fra spirito vendicativo, infanzia rapita, strega al rogo che lancia la maledizione, aldilà dove riprendere i cari (il ponte letterale: avvilente). Non pago, il fantasma pretende che Edel e Kay si riducano ad ectoplasmi incapaci di distinguere fra terreno ed ultraterreno, da cui l’incoerenza dei segni soprannaturali, dal “fantasma” che si promuove in continuazione (gli avvoltoi?) ma uccide chi lo identifica, all’assurdità di genitori che credono nei poteri paranormali (inesplicabili) del figlio senza interrogarsi se sia vivo o morto. Per gli autori, non resta che l’oblio: dimenticano anche di descrivere l’atto di fede nel soprannaturale dei comprimari, fatti agire come se il “mito della strega” si studiasse a scuola (l’insegnante al rito celtico; la collega universitaria di Mike). Nicolas Cage legge “Il Re degli Elfi” di Goethe ma è attratto dal tema del riscatto del papà assente e negligente, ridotto a ridicola statistica sulle scomparse dei bambini nella Notte di Halloween.
