Drammatico, Recensione

ORE 13: DOPO IL MASSACRO LA CACCIA

Titolo OriginaleCertain fury
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1985
Durata87'

TRAMA

Due ragazze, detenute in attesa di processo, approfittano d’una sparatoria creata dalle carcerate per fuggire. Sono ricercate e credute coinvolte nel massacro avvenuto in prigione.

RECENSIONI

Compromesso non riuscito fra (il leggero) action movie al femminile e il dramma realistico e sociale, ambientato nello squallore urbano. Il tutto è condito con una violenza inusitata ed un gusto macabro: ferite, sangue, situazioni sgradevoli. Preso come "horror", cioè come gioco che va oltre il reale sfruttando l'effetto shock, non è male: dalla prima sequenza truculenta (una sparatoria "western" in aula di tribunale) fino all'ultima (all'interno di un’alcova gremita di drogati fattissimi), passando per tentati stupri, omicidi, fughe per le fogne e personaggi uno più infame dell'altro, è un campionario notevole. Ma non è un horror, la misera realtà, il dramma psicologico ed il discorso sociologico sono solo strumentalizzati per dare vita a sequenze raccapriccianti (un film maledetto? Cattivo di nome e di fatto?), dove l'efferatezza diventa l'unica ragione d'essere, gratuita, meschina, mal mascherata con patetici intenti edificanti (l'amicizia bianca/nera, proletaria/borghese, le discussioni fra il padre e il poliziotto). Può ricordare il primo Abel Ferrara (tipo Angelo della Vendetta), soprattutto per l'uso di colori algidi e le composizioni grand-guignolesche (suggestivo il plongée nel bagno, dopo la lotta), ma è palesemente assente un talento ispirato, si fa solo del porno della violenza. Recitazione pessima delle due "premio Oscar" protagoniste (come pubblicizzavano le locandine): l'Irene Cara che cantava Flashdance (da cestinare le sue composizioni per quest'opera) e la Tatum O'Neal di Paper Moon non sono certo aiutate dai risibili, falsi e scurrili dialoghi "da strada" dello sceneggiatore M. Jacobs. Il doppiaggio nostrano dà il colpo di grazia. Girato in Canada.