MUBI, Recensione, Thriller

NIGHT MOVES

Titolo OriginaleNight Moves
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2013
Genere
Durata112'
Musiche

TRAMA

Storia di tre ambientalisti radicali che si uniscono per mettere in atto la più grande protesta della loro vita: far esplodere una diga idroelettrica, fonte e simbolo di quell’industria culturale divoratrice di energia e di risorse che essi tanto detestano. Harmon è un ex marine, radicalizzato dal servizio prestato oltreoceano. La vita militare è ormai alle spalle, ma nel fondo del suo cuore egli rimane lo stesso temerario maschio alfa di un tempo, avido di avventura, esaltato dall’idea del caos e della distruzione. Dena ha abbandonato il mondo dell’alta società, disgustata da quel consumismo in cui è nata. Si è spostata a ovest e ha tagliato i ponti con la famiglia, immergendosi sempre più in idee politiche radicali. Infine Josh, il loro leader, è un militante formatosi da solo e impegnato nella difesa della Terra con qualsiasi mezzo necessario. Figlio del ceto medio, Josh lavora in una fattoria biologica, è per sua natura una persona intensamente riservata e forse dei tre è quello che ha le convinzioni più profonde.

RECENSIONI

Film settantesco, Night Moves, che, dalle note di un successo di Bob Seger, richiama il titolo originale di Bersaglio di notte di Arthur Penn e finisce riecheggiando lo spettro paranoico di La conversazione: la Reichardt, dopo un western che guardava all'astrazione metafisica di Hellman per farsi questione politica fuori dal tempo, racconta qui - con trattenuto respiro umanista - l'inefficacia e l'assenza di coscienza politica di un gruppo di ecoterroristi, teorici assolutamente incapaci di una pratica coerente (quante contraddizioni nel loro agire quotidiano), eroi narcisi che non conoscono le logiche del sacrificio, rivoluzionari alienati in una controideologia. Fino all'esplosione. Il senso della Reichardt per il thrilling è lì, nel tradurlo in questione intimamente sociale, nell'insinuarlo nella tensione psicologica che è soprattutto domanda etica permanente. Esempio: quando i 3 stanno per commettere l'attentato, scorgono lontano un uomo; cercano di rimediare alla tragedia incombente, ma la mdp rimane ferma in campo lungo, nella notte che si muove, chiedendo uno sforzo a noi, come a loro, per vedere, così che l'andamento patemico riguardi esclusivamente i protagonisti e con essi lo spettatore, non solamente, hollywoodianamente, l'azione. E l'incoscienza di questi piccoli uomini e dell'epopea mai romantica della loro mediocrità trova un contrappasso ideologico, che lega l'occhio giudicante e invisibile che ammattisce Gene Hackman nel film di Coppola sopracitato alla fobia tipica del contemporaneo: la paura della delazione, figlia dell'ossessione per il controllo delle vite degli altri è quel che innerva il cinema di oggi, dalla critica di The Canyons agli informatori integrati in attesa di giudizio di Cose nostre - Malavita. Scrutando vedute americane dell'Oregon, la Reichardt sbalza figure dallo sfondo, per raccontare la perdizione dei loro paesaggi mentali. L'esatto contrario di un film di denuncia ecologica, come quelli promossi da Bret Marling nei suoi spettacoli indie di genere (Sound of My Voice, Another Earth, The East).