Drammatico

MY SUMMER OF LOVE

Titolo OriginaleMy Summer Of Love
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2005
Durata83'
Tratto dadal romanzo di Helen Cross
Montaggio
Scenografia
Costumi

TRAMA

L’incontro tra Mona e Tamsin, in un piccolo villaggio dello Yorkshire, sembra cambiare le loro vite. Ma l’estate finirà.

RECENSIONI

La solitudine e la noia si incontrano in un’estate di sole: due ragazze diverse, per vissuto e condizioni sociali, incrociano le loro strade e il confronto delle reciproche stravaganze crea solidarietà, contatto d’anime, simbiosi inaspettata. Ma altro c’è in ballo - la voglia di illudersi come fuga da una vita che le ingabbia - e quando l’estate volge alla fine inganni verranno a galla, bugie che non si nascondevano solo nelle pieghe dei sentimenti. I fantasmi che aleggiavano prendono sostanza dunque si annullano, il risentimento conseguente nasconde una gratitudine che il fuggente sorriso finale sembra mettere in rilievo.
Il regista narra con delicatezza non scevra da punte acide fin troppo studiate le dinamiche di un incontro che da amicizia sembra virare nell’amore, concentrandosi sulle due protagoniste e lasciando il resto a far da sfondo sintomatico. Usa tinte calde o livide per descrivere condizioni e ambienti opposti, non forza la mano e regge saldo il timone di una storia che ci avrebbe messo poco a diventare inutilmente morbosa, assecondando bene l’estremo di un finale acquatico che richiama alla memoria BUTTERFLY KISS di Winterbottom.
Nei titoli iniziali, scena richiamata nel centro del film, le note di Lovely Head di Goldfrapp.

Due ragazzine si incontrano e nasce un sentimento profondo. Per una sarà un grande amore, per l'altra un semplice gioco. Il regista Pawel Pawlikowski (anche cosceneggiatore insieme a Michael Wynne, dal romanzo di Helen Cross) sceglie la strada del minimalismo, sia nella scrittura che nella messa in scena, ma fallisce in entrambe. Difficile, infatti, lasciarsi coinvolgere da personaggi forzatamente sottotono, che fanno e dicono poco, come se il loro attraversare lo schermo fosse già un valido motivo di interesse. Il maggior difetto del lungometraggio è nella sua pretenziosità. Sembra in apparenza sfuggire i luoghi comuni calandosi con sincerità nell'intimo delle due protagoniste, invece si limita a raccontare gli stessi contrasti forti di sempre (una ricca, l'altra povera, entrambe con qualche trauma alle spalle) senza evitare scelte banali (lo scambio di vestiti, i giochi nell'acqua, il ballo a due, silenzi e capricci). Così come non basta muovere a mano la macchina da presa, frugare nei visi, cercare il dettaglio, per creare un'atmosfera di verità. Suona poco credibile anche la matura consapevolezza sessuale delle due ragazze, che sembrano vivere il loro rapporto con estrema serenità e senza i tanti interrogativi che galvanizzano e incupiscono la difficile età dell'adolescenza. Ulteriore colpo di grazia è la storia parallela del fratello di una delle due (il pur bravo Paddy Considine) ossessionato dalla propria redenzione attraverso il ritrovamento della fede cattolica, perché al limite del grottesco e anch'esso, come tutto il film, privo di reale approfondimento.