Drammatico, Sala

LA CITTÀ IDEALE

TRAMA

Michele Grassadonia è un fervente ecologista. Molto tempo fa ha lasciato Palermo per trasferirsi a Siena, che lui considera, tra tutte, la città ideale. Da quasi un anno sta portando avanti un esperimento nel suo appartamento: riuscire a vivere in piena autosufficienza, senza dover ricorrere all’acqua corrente o all’energia elettrica. In una notte di pioggia, Michele rimane coinvolto in una serie di eventi dai contorni confusi e misteriosi.

RECENSIONI

Michele Grassadonia svolge la sua professione di architetto a Siena, luogo scelto, selezionato, città eletta, ideale, preferita alla natia Palermo. La sua routine quotidiana si divide tra lavoro e dedizione maniacale alla causa che ha sposato: ridurre quanto più possibile gli sprechi e le dispersioni di energia per far sì che ogni cittadino e con esso la città intera possa vivere in sintonia senza produrre inquinamento.
Michele Grassadonia vive a Siena come un animale nella sua tana, preferendo assecondare il ritmo naturale del giorno e della notte inventando in alcuni casi dei piccoli meccanismi artigianali per sopperire alla mancanza delle comodità moderne. Quando l'imprevisto, l'inaspettata ed incalcolabile  fatalità s'inserisce nella vita del protagonista l'illusoria naturalezza del mondo da lui architettato inizia a mostrare la sua recondita complessità ritorcendosi in maniera feroce contro il suo creatore. Tutto ciò che era stato tagliato fuori dalla cristallina concezione di vita del protagonista, perchè ritenuto dannoso e quindi ostile, inizia a premere contro la superficie accomodata delle cose, trasfigurandole, ribaltando le sicurezze in un intricato labirinto di sospetti, di verità mancate e di ossessioni. Lo Cascio fa piombare il suo Michele Grassadonia, formichina instancabile e talvolta molesta a causa della sua severa condotta di vita, direttamente nella tela del ragno, facendolo scontrare con il mondo fuori che lo attende con le sue fauci spalancate. L'incidente, l'accusa di omicidio colposo, l'ingranaggio deformato e deformante della giustizia, l'incontro con la studentessa che cerca una casa all'insaputa della madre: sono tutti rintocchi sulla campana di vetro che Michele si è faticosamente costruito e che adesso risuonano all'interno di un'eco assordante.

Il racconto gira attorno a questi elementi, li incunea nell'uomo qualunque Michele Grassadonia e li fa deflagrare dentro al personaggio stesso, innescando moti dell'animo umano dimenticati perchè da tempo ricacciati nel profondo e tenacemente oscurati.
Gli stessi disegni della ragazza ospite dell'architetto hanno come tema preponderante la cattura, il momento in cui l'animale soccombe ad un altro più forte, la realizzazione della presa mortale e l'agonia della preda nera sul foglio bianco. Lei si fa messaggera di quanto intorno si sta muovendo e fa brillare inconsapevolmente quella luce che da anni Michele aveva deciso di fuggire; porta la sua arte che è perfetta metafora dello stato d'animo del protagonista, offre il suo corpo nudo e addormentato agli occhi di lui sconvolgendolo.
L'intera architettura di un mondo perfetto sta mutando forma e anche gli affreschi del Palazzo Pubblico diventano rivelatori, non tanto per l'intuizione-illuminazione data dall'affresco di Simone Martini quanto per la rappresentazione degli Effetti del Buono e del Cattivo Governo che il protagonista, come qualsiasi visitatore del palazzo senese, è costretto a osservare stando in piedi al centro della sala. L'ordine manicheo in cui il protagonista si era ostinato a  rinchiudersi adesso si sfalda in una girandola destabilizzante di visioni oniriche ossessive e ricorrenti: il bene e il male trovano nuovamente posto nell'animo umano senza che questo possa più contrastarli.
La città ideale è collassata su se stessa, la giustizia si offre alle mani di torturatori e il passato non può più essere soffocato: c'è solo da tornare al punto di partenza e alle proprie radici avvelenate.