TRAMA
1940, Venezia: un professore inglese d’arte vorrebbe che la sensuale moglie, più giovane, fosse meno pudica a letto. Fa in modo di avvicinarla ad un giovane studente slavo che frequenta loro figlia, dato che pare piacere alla consorte.
RECENSIONI
Per accogliere il film, meglio dimenticare la fonte, il romanzo (1956) di Junichiro Tanizaki già portato sullo schermo (con scandalo) da Kon Ichikawa nel 1959: Tinto Brass lo trasporta in epoca fascista, per collegamenti con la dittatura che, a dispetto delle intenzioni, si esauriscono nella figura della figlia dei due protagonisti, mussoliniana convinta, delatrice e (in una parola) infame. L’interesse dell’opera rischia di esaurirsi nel successo ottenuto, rendendola fenomeno di costume che ha cambiato la carriera al regista (per quanto Brass sia sempre stato propenso alla descrizione morbosa della sessualità) e acceso l’immaginario degli spettatori: merito della bravura e del corpo burroso e invitante di Stefania Sandrelli, perfetta per la parte, e per come il regista l’ha stagliata in scene erotiche fra lingerie e specchi. Merito, anche, del pruriginoso tema del romanzo (per quanto svuotato di molte implicazioni), sulle mogli pudiche che i mariti vorrebbero maggiormente spregiudicate: assistere alla metamorfosi erotica del personaggio della Sandrelli avrà appagato non poco i desideri del pubblico maschile. La musica di Ennio Morricone (che s’affida spesso alla mazurka) è terribile, la direzione degli attori anche, gli sprazzi grotteschi sono imbarazzanti (il peggiore: quando il professore scopre l’adulterio e immagina i due amanti, con scene da comica muta) ma i congressi carnali con Stefania Sandrelli entrano di diritto nel “best of” del cinema erotico italiano e, per quanto con esiti scarsi, non sono inutili i tentativi di Brass di dire altro, se non sul fascismo almeno sull’ipocrisia borghese a letto e sull’arte dell’erotismo nei secoli. Fra peni, masturbazioni e dettagli vaginali, il film (ostracizzato dalla censura) in Tv è sempre passato tagliatissimo: recuperare l’edizione integrale.