TRAMA
Reclutato come analista finanziario dalla CIA, Jack Ryan è in missione in Russia per sventare un complotto con attentato e affondamento dell’economia americana. Lo raggiunge la fidanzata Cathy, che sarà coinvolta con il temibile Viktor Cherevin.
RECENSIONI
Ex-enfant prodige del cinema britannico, Kenneth Branagh, firmando Thor, aveva ancora l’alibi della messinscena di una tragedia shakespeariana: apponendo il proprio nome, invece, al reboot di una saga di cassetta dove la personalità di un regista conta meno di quello dell’ultimo dei produttori esecutivi, sembra voler silurare il prestigio della propria carriera, per quanto possa piacere pensare che si sia divertito a interpretare il villain, oppure a citare ancora Il Terrore Corre sul Filo dopo L’Altro Delitto. Non è sufficiente l’apporto del rodato David Koepp per rimediare ai danni della sceneggiatura dell’esordiente Adam Cozad: il tentativo, inoltre, di rinnovare il personaggio di Jack Ryan dopo le celebri puntate anni novanta e il caso isolato di Al Vertice della Tensione, non trova in Chris Pine il volto giusto, bell’imbusto poco credibile come geniale analista (funziona meglio, infatti, nei numerosi corpo a corpo). A contare, alla fine, sono le coordinate di genere e il film è costruito su quattro scene d’azione portanti: la prima, con scontro/omicidio nel bagno d’albergo moscovita, è lunga, elaborata, efficace. La seconda è un classico del cinema di truffa/spionistico/thriller, con la coppia che inganna con la pantomima il cattivo di turno: credibile in un impianto da commedia dei film del passato, qui si prende troppo sul serio e ha la sindrome da attacco terroristico post ‘11 settembre’. La terza, ad alta tensione, è riuscita grazie all’incedere del montaggio parallelo in cui, mentre Cherevin minaccia con una lampadina Cathy, nell’escalation di minacce Ryan lo raggiunge per suonargliele. La parte finale sull’attacco terroristico, invece, affossa tutto il film, con la sceneggiatura che demonizza i russi come un fumetto degli anni sessanta, decanta l’intelligence americana che individua in pochi minuti l’attentatore mentre Ryan, per mera intuizione, ne scopre l’ubicazione e l’obiettivo (grazie a un dipinto che raffigura Napoleone ma confonde Austerlitz con Waterloo). A chiudere senza originalità, ecco la corsa dell’eroe contro i tempi della bomba. Non ha avuto il successo desiderato per ottenere seguiti: bene così.