Drammatico, Recensione

IL DOMANI TRA DI NOI

Titolo OriginaleThe Mountain Between Us
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2017
Durata112'
Tratto dal romanzo di Charles Martin
Fotografia

TRAMA

Dopo un tragico incidente aereo, due estranei devono cooperare per sopravvivere su una montagna coperta di neve e raggiungere la civiltà.

RECENSIONI

Alex –Winslet, sperduta tra le montagne con uno sconosciuto che si prende cura di lei, ci ricorda una delle regole del survivalismo, la cosiddetta “regola del 3”: si può resistere tre settimane senza cibo, tre giorni senza acqua, tre minuti senza aria (in realtà ci sarebbero anche tre ipotetiche ore senza riparo). Quando il survival movie è al contempo drammone romantico, dobbiamo però ricordarci la regola del 2, che formalizziamo adesso: se si è in due, da soli col niente intorno e la speranza che viene meno, se non ci brutalizza a vicenda, scatta l’amore (quanti giorni, ore o minuti si resiste senza? Non ce lo dice neanche la regola del 3). Così, tra le nevi e i ghiacciai perenni, dove per fortuna è solo questione di ore, visto che è un film, aspettiamo che si sopravviva e che ci si ami un po’. Il Canada delle vere location montuose dove la troupe ha sofferto freddo autentico, sono di una bellezza abbagliante, e il puma, un vero puma che compare nel film, fa un figurone, anche se viene rapidamente liquidato. Tuttavia, l’unica cosa che sembra sopravvivere davvero in questo film del quale non c’era alcun bisogno, è lo sguardo interculturale del regista palestinese Abu-Assad, che emerge dal racconto di Alex, giornalista, pervasa dal ricordo di uno scatto fatto a una donna in punto di morte, in un paese in guerra. La fotografia come persistenza e violazione, che contiene uno sguardo abusivo e uno intimo, è l’unico tratto interessante di un film i cui contenuti sono altrimenti già esauriti esaustivamente dalla locandina. È da questi cenni, e dal buon tratteggio dei personaggi, che viene in mente l’Abu-Assad pre-hollywodiano, e forse anti-hollywoodiano e in cerca di autorialità, quello che non era stato ancora invitato a unirsi ai membri dell’Academy nel 2014, anche se aveva già ricevuto la nomination per Paradise Now (2005), storia, dal titolo eloquente, del giorno che precede l’attentato suicida di due miltanti anti-israeliani. O l’Abu-Assad di Omar (2013), vincitore del premio della giuria nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes, o ancora quello di The Idol, girato prevalentemente a Gaza, storia di un cantante pop vincitore di Arab Idol. Insomma, produzioni e co-produzioni tendenzialmente arabo-palestinesi-europee, plot dal contenuto forte, politico e umano, con una regia non priva di vezzi, ma efficace, soprattutto nella trattazione dei personaggi, della loro complessità, dei loro conflitti, con una tendenza al finale (semi)aperto/ incerto (come nello stesso Il domani tra di noi, titolo italiano che sostituisce l’incertezza futura all’ostacolo materiale dell’originale The Mountain between us). Dall’ignoto Adam Bakri di Omar, volto da cinema e da strada, all’Idris Elba delle serie TV e dei blockbuster, già supereroe Marvel, il salto è evidente. Verso le stelle (dello star system), ma fuori da ogni chance di raccontare storie autentiche, se questa è la piega che il regista ha deciso di prendere. Il domani (o la montagna o quel che volete), si vedrà. Per ora si è visto davvero poco. Ma con tanta bella neve. E un bravissimo puma.