Drammatico, Recensione

IL BUIO OLTRE LA SIEPE

Titolo OriginaleTo kill a mockingbird
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1962
Durata129’

TRAMA

1932, Alabama: l’avvocato Atticus Finch difende un nero ingiustamente accusato di stupro. Nel frattempo, i suoi due figli cercano di entrare in una casa abbandonata che dicono popolata da fantasmi.

RECENSIONI

Potente opera che condanna, anche attraverso l’allegoria, tutti i tipi di pregiudizi: nell’unione di film processuale e antirazzismo, è stato preceduto da I Dannati e gli Eroi di John Ford mentre sui temi, lo stesso anno uscì senza successo il capolavoro di Roger Corman, L’Odio Esplode a Dallas. La prima parte è la più appassionante, riesce a replicare le pagine del romanzo Premio Pulitzer di Harper Lee (per anni il più venduto negli Stati Uniti) e osserva il mondo attraverso gli occhi dei bambini, avvalendosi della maestria di Robert Mulligan nel creare tensione con la macchina da presa e dell’ottima sceneggiatura di Horton Foote, previ consigli del produttore Alan J. Pakula (condensare la struttura del romanzo nel lasso di tempo di un solo anno) e di una recensione del libro (intitolata ‘Scout of the wilderness’) che evidenziava le analogie tra Scout, Huckleberry Finn e Tom Sawyer. La seconda parte, ambientata durante il processo, pur con misteri e sorprese da film giallo, è più convenzionale ma conserva l’elegante atmosfera che pervade tutta l’opera, la finezza nelle descrizioni psicologiche, la cura del dettaglio. Elmer Bernstein cesella il tutto con le sue note musicali da top single, gli attori e i chiaroscuri gotici del bianco e nero di Russell Harlan sono magnifici. Finale emblematico: “Non uccidere gli usignoli” (in realtà il mockingbird è un uccello tipico degli Stati Uniti e, nel romanzo, fu tradotto con “merlo”). Il buio oltre la siepe del titolo italiano, invece, si riferisce al marcio nascosto dietro la perfezione dei curati giardini dell’uomo bianco civilizzato. Ruolo della vita per Gregory Peck premiato con l’Oscar, debutto di Robert Duvall (è Boo Radley) su raccomandazione di Horton Foote stesso, che lo aveva visto recitare nel suo dramma teatrale “The Midnight Caller”.