Commedia, Recensione

I HEART HUCKABEES

Titolo OriginaleI Heart Huckabees
NazioneU.S.A./Ger mania
Anno Produzione2004
Genere
Durata106'
Fotografia
Scenografia
Musiche

TRAMA

Ossessionato da una serie di coincidenze, Albert si rivolge a una coppia di detective esistenziali, che spiano la vita quotidiana dei clienti per risolverne i problemi. Ma la concorrenza è in agguato…

RECENSIONI

Una cosa è certa: a David O. Russell non manca l’ambizione. I HEART HUCKABEES si presenta come un racconto morale spruzzato di satira della società dei consumi. La vicenda ruota attorno a un’orwelliana catena di grandi magazzini, la Huckabees, nel cui nome il rampante Brad Stand è deciso a sacrificare un parco con annessa palude. I detective Vivian e Bernard Jaffe (per i quali tutte le cose sono intimamente simili e indissolubilmente connesse, come oggetti avvolti da una coperta – lo schermo cinematografico? -) e la loro ex alunna Caterine Vauban (francese, nichilista e vagamente sadica) cercheranno, in un girotondo di caratteri speculari, azioni frammentarie e parole ripetute, di cogliere (o negare definitivamente) il senso della vita[1]. Disgraziatamente, il film non ha l’acume né la leggerezza richiesti dal soggetto: la caratterizzazione dei personaggi è approssimativa, i dialoghi anodini o inutilmente enfatici (la sequenza dei cristiani motorizzati avrebbe richiesto ben altre finezze di scrittura), le invenzioni visive scarseggiano (ci sono discreti lampi surrealisti, ma è sufficiente che Bernard citi Magritte per scivolare nel calderone della didascalia), l’insieme sembra più un montaggio provvisorio che un’opera compiuta. Gli attori sembrano divertirsi un mondo a giocare con gli stereotipi: Naomi Watts s’imbruttisce con una determinazione da far invidia a Nicole Kidman, l’action hero Mark Wahlberg è compless(at)o e contestatario, Jude Law si scopre (?) condannato al ruolo d’irresistibile seduttore, Isabelle Huppert è una dark lady filosofica che scopa nel fango (peccato che nelle vicinanze non ci sia un pianoforte), Tippi Hedren ha un cameo come ecologista (chi meglio di lei può sapere quello che accade quando la Natura si altera?). Lodata l’autoironia, va detto che il piacere è tutto loro: la festa (rigorosamente a inviti) ristagna, il pubblico è di troppo, e forse anche il regista.

[1] Il gioco di rimandi web può continuare a piacere (ecco ad esempio il blog del vigile del fuoco – ma non eroe – Tommy Corn).