TRAMA
Baltimora, 1962: la grassa Tracy, previo provino, diventa protagonista di uno show televisivo musicale per adolescenti, il The Corny Collins show, attirando l’invidia dell’amica Penny che è stata scartata.
RECENSIONI
Il re del trash si ingentilisce ed esce dall’underground con questa pellicola che rinuncia alla grassezza delle gag (ma non a quella dell’amato travestito Divine, “enorme” in due ruoli in cui fa ridere con tutto il corpo) e sceglie un’ironia più sommessa, fondata sul sarcasmo con cui irridere duramente, criticandone la superficialità e l’ipocrisia, un’ottusa società eterodiretta, vittima consenziente di manipolazione, perfezionismo, mire di mercato e, soprattutto, discriminazione razziale. È una commedia grottesco-surreale atta a caricaturare una realtà del passato (“The Corny Collins Show” è modellato sul realmente esistito “Buddy Dean show”). La prima parte si bea nell’essere camp, nel canzonare acconciature di capelli e vestiti, colori accesi e balli con canzoni pop (sin troppo copiosi). La seconda preferisce un cocktail di demenzialità (non sempre ad hoc) e impegno antirazzista, ed è meno convincente e riuscita.
