
TRAMA
Un gatto si risveglia in un mondo invaso dall’acqua dove la vita umana sembra essere scomparsa. Trova rifugio su una barca con un gruppo di altri animali. Ma andare d’accordo con loro si rivela una sfida più ardua della sua paura dell’acqua.
RECENSIONI
In Flow - Un mondo da salvare gli esseri umani sono un ricordo, una lontana presenza. Non si vedono, non si sentono (forse si sono estinti, forse qualcuno si è salvato, chissà dove), restano soltanto le tracce del loro passato, della loro esistenza sulla terra. L’umanità è scomparsa, sprofondata sotto le acque marittime di una nuova glaciazione. Soltanto alcuni oggetti e manufatti resistono e rammentano che un tempo pure la vita umana avesse una ragion d’essere, uno scopo. Le coordinate temporali non sono precise e specifiche. Non sappiamo quando tutto sia successo e quanto tempo sia passato. La natura si è riappropriata dei suoi spazi, della sua geografia originaria. Un gatto nero, un labrador, un capibara, un lemure e un argentario ferito si ritrovano, vittime delle avverse circostanze ma anche frutto della loro autodeterminazione, coabitanti di una barchetta alla deriva, in avanscoperta per il globo terraqueo. La loro avventura segna il tempo rispetto al cambiamento climatico di cui sono testimoni e vittime involontarie. Flow di Gints Zilbalodis non è soltanto una favola ambientalista, ecologista, anti specista, madida di poesia e pregna di nitore sul piano grafico e visivo (grazie al fotorealismo la profondità di campo si accende di pennellate corpose e rilucenti); è anche il racconto lieve e divertente dell’incontro improbabile e casuale di un gruppo eterogeneo di animali appartenenti a specie differenti e della loro interazione e cooperazione. Un racconto di sopravvivenza e scoperta alla ricerca di un habitat prospero, sicuro e ideale. Un mondo da esplorare e scoprire, non irto di pericoli e complicazioni. I protagonisti non sono umanizzati e antropomorfi, comunicano attraverso i loro versi. Gints Zilbalodis lascia che sia la fonetica e la prossemica animale a comunicare di volta in volta paura, eccitazione, stupore, gioia, spaesamento. I suoni sono quelli della natura, senza nessuna interferenza antropica. Lo spettatore vede e sente attraverso i loro occhi, le loro azioni e re(l)azioni in un esercizio straordinario di astrazione e identificazione. Siamo (con) loro; perduti dentro un’esperienza vivificante e seduttiva. Il bosco, le maree, le stelle, la pioggia, il sole sono elementi di una cosmogonia che mescola e fa dialogare brillantemente vita, morte, esistenza, filosofia, universo. Flow è un film pieno di empatia e calore - sensitivo, esplorativo, creativo - che invita a guardare e a riconsiderare il mondo con occhi nuovi, più limpidi e trasparenti. La metafora è semplice ma non banale: se si vuol sopravvivere bisogna unire le forze e collaborare. L’eleganza pittorica del tratto, che annulla il 3D in favore di una computer grafica pastosa e morbida, crea paesaggi e quadri di stuporosa bellezza.
