Drammatico, Recensione

VULNERABILI

Titolo OriginaleEspèces menacées
NazioneBelgio, Francia
Anno Produzione2017
Durata105'
Trattodai racconti di Richard Bausch

TRAMA

Le storie intrecciate di tre famiglie. Josephine e Tomas sono una coppia felice di neosposi, ma i genitori di Josephine scoprono ben presto che dietro la fulgida felicità matrimoniale della coppia si cela un’oscura verità. Nel frattempo, Melanie annuncia ai genitori di essere incinta. E il padre del bambino è ben lontano dall’essere il genero ideale! Infine Anthony, la testa tra le nuvole e sfortunato in amore, si ritrova a doversi fare carico di una madre che ha improvvisamente perso il controllo.

RECENSIONI

La famiglia si conferma covo di tutte le insidie. Per dare consistenza visiva a questo pensiero il regista francese Gilles Bourdos mette in scena una serie di racconti dell’americano Richard Bausch e indaga tre nuclei i cui appartenenti si confrontano e scontrano fino a epiloghi diametralmente opposti. C’è la coppia giovane e appena sposata che nasconde scelte autolesionistiche e violenze domestiche. C’è la giovane figlia che annuncia al padre in procinto di separarsi di essere incinta di un uomo più vicino alla terza età che a quella di mezzo. E c’è la donna che abdica al ruolo di moglie infelice per passare a quello di madre possessiva. Per alcuni il terreno cedevole del conflitto evolverà in prese di coscienza risolutive, per altri le decisioni dipenderanno da scelte di terzi e per altri ancora follia e impulsività scateneranno derive senza ritorno. Sarà il destino, più che altro il regista e co-sceneggiatore demiurgo, a decidere chi, cosa e come. Una girandola di affetti e ruoli sociali dove toni brillanti, dramma e orrore si intrecciano alla ricerca di una verità su misura per lo spettatore, che potrà decidere il retrogusto del film a seconda di dove si colloca nelle geometrie dei sentimenti messe in scena. Se l’idea, non originale ma interessante, trova una materia narrativa ricca di spunti, forse troppi, gli sviluppi si perdono invece nel divario tra pacatezza ed eccessi. Antipodi che faticano a convivere a causa anche di uno squilibrio nel peso dei diversi raccordi, sbilanciati verso quello della ragazza novella sposa con il marito violento e possessivo. L’assoluta anarchia delle intenzioni, dove pieni e vuoti si rincorrono per mettere a nudo le molteplici opportunità che la vita può offrire, finisce quindi per disperdere il suo potenziale. Il cerchiobottismo diventa infatti la chiusa necessaria, ma commedia e dramma non trovano mai un equilibrio narrativo in grado di sondare le profondità con leggerezza.