TRAMA
Una ragazza americana di 21 anni, Molly, decide di ritornare in Messico, dopo esserci stata con un’amica, e trova alloggio presso una famiglia. Qui vive anche Diego, quattordicenne che piano piano s’innamora della ragazza. Il sentimento che prova é talmente forte, che lo spinge ad andarla a trovare negli Stati Uniti, quando lei tornerà a casa…
RECENSIONI
Fotografie
Figlio d'arte (suo padre è l'affermato regista Alfonso Cuarón), il ventiseienne Jonas Cuarón esordisce nella regia con un film molto personale e insolito. A dare vita al racconto non è infatti il consueto flusso di immagini in movimento, ma si tratta della semplice successione di fotografie digitali. Immagini fisse, quindi, mentre il sonoro è di stampo tradizionale e contribuisce ad animare l'immobilità degli scatti fotografici. Lo stratagemma esce dal vezzo d'autore (della serie "famolo strano") perché permette di dare voce con garbata originalità ai pensieri dei due giovani protagonisti, in una felice alternanza tra dialoghi ed elucubrazioni. La storia, suddivisa in quattro capitoli corrispondenti alle quattro stagioni, si concentra su una "gringa" (così in Messico vengono chiamati gli americani) ospite di una famiglia per una breve vacanza. La giovane ventunenne fa breccia nel cuore del più piccolo della famiglia, un quattordicenne dall'ormone in forte subbuglio. Il film è tutto giocato sul sentimento che si crea tra i due che non sfocerà, nonostante qualche goffo tentativo, in una storia d'amore. La sincerità del racconto arriva a colpire, malgrado qualche ridondanza (spesso il fuori campo si limita a dire ciò che è già evidente dalle immagini) e una inevitabile fatica dovuta a un minutaggio così dilatato in rapporto alla tecnica utilizzata. Non a caso lo struggente La Jetée di Chris Marker, a cui Año uña è stato incautamente paragonato, dura solo 27 minuti.
