TRAMA
Due sorelle tornano a casa dopo un lungo periodo di tempo. Ad accoglierle ci sono il padre e la matrigna. Il loro ritorno coincide con il verificarsi di strani fenomeni: cosa è accaduto in passato in quella casa?
RECENSIONI
Sono pochi gli esempi di film horror che si impongono come opere di grande stile. Negli ultimi tempi si sono visti loffi tentativi europei (gli iberici Balaguerò e lAmenabar di The Others), accanto alla consueta messe di opere e operine statunitensi; i risultati più ragguardevoli a mio parere sono venuti tutti dallOriente: da Dark water di Hideo Nakata al bellissimo Antenna di Kumakiri. Anche Two sisters, nella rinnovata folla di film del terrore che stanno invadendo le nostre sale, se ne distacca agilmente per lindubbia caratura che, prescindendo dal genere, impone la pellicola come una delle più interessanti in circolazione.
Puntando lattenzione sugli ambienti e giocando con luci, ombreggiature, décor ultracurato e i fondi damascati delle tappezzerie variopinte della casa in cui si ambientano le vicende, il film dilata sapientemente la tensione rallentando i ritmi e soffermandosi sul dettaglio perturbante, sospendendo ogni certezza: Two sisters viaggia infatti dal piano reale a quello mentale senza soluzione di continuità, confondendo uno spettatore che non aggancia il suo disagio crescente ad alcun punto fermo e non confortandolo, fino allultimo, con la possibilità di attribuire le terrificanti apparizioni che costellano la pellicola a un inciampo allucinatorio della psiche delle protagoniste o a una possibile deriva metafisica delle vicende.
Jee-Woon Kim riesce molto bene nel coniugare le atmosfere e i ritmi austeri di tanto cinema orientale con larmamentario horror convenzionale, mantenendo rigore, sospensioni ansiogene e scatti truculenti e senza rinunciare mai alleleganza figurativa in favore delleffettaccio. Ne scaturisce unopera di algore geometrico schizzata da una violenza a momenti trattenuta, a tratti esplosiva, girata splendidamente, con una cura sopraffina profusa in ogni inquadratura e con un epilogo solo in parte chiarificatore che induce a una seconda visione consapevole. Nessun intento piattamente decifrativo del narrato da parte dellautore che gioca anche con i piani temporali ricorrendo a flashback in multipla chiave e ad ambiguità tramiche di ardua collocazione; un film in cui il binomio senso di colparimozione impera freudianamente e che riesce, nonostante gli elementi ampiamente risaputi a disposizione, a far paura sul serio.
