TRAMA
Quoyle è stato un fallito tutta la vita e ha terrore dell’acqua: s’innamora di una poco di buono che, morendo, gli lascia il cuore spezzato e la figlia. Una zia gli propone una dimora degli avi in un porto nel freddo mare del nord (Newfoundland, in Terranova).
RECENSIONI
Dopo Chocolat (stesso sceneggiatore, Robert Nelson Jacobs, che ama dare corpo ai racconti ancestrali enunciati dai personaggi), è come se Lasse Hallström avesse finalmente trovato una propria dimensione magico/favolistica/sentimentale, dove trova casa il suo tocco leggero/ovattato (anche di fronte, come qui, a un materiale tragico: è tratto dal romanzo premio Pulitzer di E. Annie Proulx), il suo buonismo, il suo gusto per le ambientazioni (un’incantevole location, per un’operazione che ricorda, in parte, La Neve Cade Sui Cedri), i temi a lui cari (l’accettazione del diverso; la riscoperta delle proprie radici come in Ancora una Volta; le famiglie eccentriche e i protagonisti immobili di Qualcosa di cui...Sparlare). Il nome del protagonista, Quoyle, è un antico termine inglese che indica una corda annodata, oggetto che ha molta importanza nel plot.