Amazon Prime, Azione, Commedia, Recensione, Thriller

THE GENTLEMEN

Titolo OriginaleThe Gentlemen
NazioneU.S.A., U.K.
Anno Produzione2019
Durata113 min.
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio
Scenografia

TRAMA

L’investigatore privato Fletcher s’intrufola nella casa del gangster Raymond Smith per raccontargli come il cliente che l’ha assoldato, il re dei tabloid Big Dave, abbia voluto vendicarsi di Mickey Pearson, il più importante trafficante di droga d’Inghilterra. Raymond in realtà conosce perfettamente la storia e sa che Fletcher è venuto per ricattarlo. Ma è solo l’inizio di una serie di tradimenti e rivelazioni che coinvolgono anche un trafficante cinese, un miliardario russo ex spia del KGB e lo strambo gangster di quartiere Coach.

RECENSIONI

(NO) LADIES AND (THE) GENTLEMEN

Nostalgia, nostalgia canaglia.


Ma quanto erano belli gli anni '90, al cinema? Un decennio magico e selvaggio in cui si poteva dire e fare qualunque cose, senza il rischio di offendere nessuno... Bene, se la pensate così, allora The Gentlemen di Guy Ritchie è il film che fa per voi.
Se invece ritenete che, riflettendoci meglio, forse gli anni '90 non erano mica così "ganzi" come volevano farci credere, e magari certe battute erano davvero offensive, e alcune caratterizzazioni veramente di cattivo gusto, allora state lontani da The Gentlemen di Guy Ritchie. Se poi siete come me, e amate ancora tuffarvi nella sordida giungla del cinema "che fu", pur riconoscendone i limiti, gli scivoloni e i pessimi esempi, allora The Gentlemen non vi farà né caldo né freddo.

C’era un ragazzo che come me...


Guy Ritchie convoglia quella che ha tutta l'aria di essere una crisi di mezza età artistica, in questo film dalle tinte retro, approdato su Amazon Prime. Abbasso i blockbuster e i progetti disneyani, il regista britannico vuole tornare a raccontare lo squallore dei sobborghi londinesi; quelli popolati da criminali molesti, assassini impacciati, boss della malavita dall'accento cockney e brutti ceffi che negoziano solo a proiettili. Gli stessi che si trovano nei due capolavori che l’hanno reso celebre: Lock, Stock and two smoking barrels e Snatch. Il film tenta di ripropone la stessa formula estetico-narrativa, ma non riesce a replicarne il mordente. La trama convoluta, i personaggi-macchietta e un machismo ultradatato rendono questo attacco di nostalgia, un esperimento riuscito a metà.

Si può dare di più.

La timeline frammentaria e l'intreccio inutilmente macchinoso dello script, fanno girare la testa (e non lo solo) al pubblico. La trama si impasta, cornice dopo cornice, fino a ridursi a un semi-pregevole collage di scene d'azione e oscenità gratuite. Si perde prima il filo, poi l'interesse. La cosa più datata del film rimangono i suoi protagonisti: un tripudio di mascolinità e stereotipi ammuffiti, che si serve ancora di linguaggio scurrile e battute razziste per suscitare (un') ilarità (non pervenuta). Cast di superstar (quasi) tutto al maschile: McCounaghey è un kingpin della marijuana con un pessimo temperamento; il vecchio leone che deve difendersi dalle nuove leve. Interpretazione sottotono per l’attore texano, che non può certo definirsi Alright, alright, alright. Hugh Grant veste i panni di un inquietante e logorroico narratore dal look demodé, mentre Charlie Hunnam compensa il poco pathos con una lunga serie di espressioni corrucciate. Farrell una spanna sopra tutti, ma più per demerito dei colleghi che per merito personale. Un minuto di silenzio per Michelle Dockery, che si trova intrappolata in un incubo fallocentrico, in cui non può che incarnare lo stereotipo della donna del capo, avida, cinica e succube del marito.
La natura indefinita di The Gentlemen e il suo sentore di "già visto", lo rende una via di mezzo tra l’auto-plagio e l'homage a un cinema che non c’è più. L’ottima regia e una discreta fotografia, bastano a non buttare tutto nel cestino. Ma la totale mancanza di sensibilità e tutta quella depravazione fine a se stessa, poco si addicono a dei gentiluomini.
Scostumato.