TRAMA
Terry, dopo dodici anni, torna nel suo quartiere irlandese di New York, ritrova i vecchi amici e si unisce alla banda di gangster del luogo, intenta a entrare in affari con i mafiosi italoamericani.
RECENSIONI
Dopo aver accompagnato figurativamente per tre anni la carriera musicale degli U2, l’enfant prodige Phil Joanou (due episodi di Storie Incredibili a soli 24 anni; debutto nel lungometraggio tre anni dopo) affronta un altro aspetto della cultura irlandese (immancabili le canzoni, oltre che degli U2, anche di Van Morrison e Sinead O’Connor; la colonna sonora, invece, è firmata da Ennio Morricone), dando nuova linfa al genere gangster metropolitano alla Martin Scorsese, puntando cioè sulla violenza, i dialoghi realistici (con turpiloquio continuo), il disegno dei personaggi fondato (anche) su piccoli eventi eccessivi. Il suo taglio filmico è eccellente e, in armonia con la buona sceneggiatura di Dennis McIntyre (morto prima dell’uscita del film), basata su fatti realmente accaduti negli anni settanta, trasporta le coordinate del cinema poliziesco in una battaglia “interna” del protagonista in lotta con il proprio passato. Fondamentale l’apporto carismatico e recitativo di eccellenti “bad boys” del cinema, che sanno quale espressione assumere di fronte alle tragedie esistenziali: Sean Penn, Gary Oldman, Ed Harris (tallonati dalla bravura, oltre che bellezza, di Robin Wright). Impercettibili abbassamenti di tensione nell’intensità psicologica ed emotiva sono compensati da sequenze appassionanti, memorabili.