
TRAMA
Un agente della Cia è mandato in Sudafrica per rubare un prezioso meteorite. Viene tradito dal proprio superiore, che s’appropria dell’oggetto: i suoi colleghi vengono uccisi, lui perde la memoria.
RECENSIONI
Jackie Chan torna a girare a Hong Kong reduce da Hollywood (ma sempre in inglese), ingaggiando anche attori statunitensi per non perdere quella fetta di mercato. Grande successo in Asia ma distribuito in Occidente solo per il mercato homevideo e in versione ridotta (108’ vs. 117’), il film fa parte delle sue stereotipate avventure in stile Police Story, declinate con una nuova formula di esotismo in blockbuster e commedia (siamo dalle parti della serie “Road to…” con Bob Hope), quest’ultima preponderante rispetto alle prime prove, in cui inventava acrobazie con oggetti semplici e quotidiani guardando alle comiche mute (qui richiamate dalla scena dei mobili che cadono dall’alto durante un trasloco). Una specialità che, comunque, torna sempre come pezzo forte: vedi la scena in cui, arrestato dalla polizia, si libera giocando con la sedia fino a calarsi con essa dal palazzo appeso a una corda, oppure il modo in cui trasforma in armi contundenti gli zoccoli a Rotterdam e la fuga spericolata (da folli) sui tetti. Fanno parte del nuovo brand, invece, le tappe folkloristiche in tutto il mondo e la spettacolarità fracassona, dall’incipit in cui un meteorite fa esplodere una jeep in Sudafrica, passando per l’attacco dei paracadutisti su “gonfiabile”, la vittoria del Rally Dakar e l’automobile guidata in tre in corsa folle per la città. L’espediente del protagonista che ha perso la memoria, però, aumenta il déjà-vu e il soggetto è talmente esile da rendere impossibile l’aderenza delle interpretazioni. Complice l’indecisione fra serio e faceto, poi, la frettolosità boicotta i lirismi infilati a forza, dimentica i profili psicologici e i personaggi simpatetici: a volte, però, funzionano la commedia degli equivoci (Chan vestito da masai e scambiato per un cannibale) e la comicità acrobatica (come si arrampica su di una palma e usa una noce di cocco per fare una flebo). La scena che vale tutto il film è quella contro i due esperti d’arti marziali sbruffoni, finendo sul ciglio di un palazzo e scivolando sulle vetrate fino alla strada sottostante. Roba da antologia. Consueti ciak sbagliati sui titoli di coda.
