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TRAMA
Roger è gran parlatore, copywriter di buon successo, sottoposto (e amante) della forte Joyce (Isabella Rossellini), ha una visione particolare dei rapporti tra i sessi. Passerà una notte con il nipote cercando d’insegnare teorie e tecniche dell’abbordaggio a fine sessuale.
RECENSIONI
Roger è soprannominato "Dodger", svicolone, anche un po’ viscido ma con le parole è un mago ed una schiacciasassi. Le donne si stanno evolvendo verso la completa autonomia, l'uomo non ha che l'astuzia (i.e. la galanteria, la prestanza, la riproduzione) per sopravvivere. Ma perché escludere da questo il divertimento e la rivincita?
Questa in sintesi la tesi che il protagonista (un mesmerizzante Campbell Scott) espone ai colleghi-amici (?) in apertura. Tutte le parole che sforna a velocità impressionante possono realmente tenerlo a galla? Come un personaggio mametiano che costruisce il mondo come vorrebbe che questo fosse, per suo comodo, e finisce col credervi e rimanervi invischiato, alla stessa stregua l'indagine notturna di Roger con l'allievo e nipote Nick, porta ad un dirupo assai spiacevole. Il confronto con la possibilità del sentimento, con la sua persistenza, ed anche col passato.
Se non si presentano particolari difficoltà nel rimorchiare due donne (Jennifer Beals e Elizabeth Berkley) in un bar del dopo lavoro - Nick ha espressamente chiesto lezioni per contrastare la propria verginità - e nel continuare la serata in chiacchiere al parco i nodi vengono al pettine, un po’ per l'ingenuità del giovane e per l'invelenosita astuzia diabolica di Roger il piano fallisce e bisogna ripiegare. Si fa questione di principio, alla festa della sua ex-amante e datrice di lavoro lo zio propone al nipote il metodo per individuare gli elementi femminili più deboli (in quell'orario di pericolo che fa intravedere il terrore dell'appartamento vuoto) ma poi viene sopraffatto dalla stizza per essere stato scaricato la mattina stessa dalla matura Joyce (scriverà nel bagno di lei, con il rossetto, indirizzando al nuovo compagno: "She likes it in the pooper", le piace farlo nel cesso). L'ultimo piano è quello che conduce in un locale sottoscala, tra le puttane, ma proprio qui avviene qualcosa.
Kidd è interessato ai volti ed alle parole, si attacca ai personaggi con una macchina a mano irrequieta ed indagatrice, alla misteriosa ricerca di umanità: perché Roger si ravvede (?) importa ben meno del come questo avvenga, sono i riflessi sul suo corpo dell'accumularsi, nitido ed improvviso, della pochezza dei suoi mezzi; può ancora però essere solo un momento di difficoltà. Tra LaBute (soprattutto, evidentemente, "Nella Società degli uomini") e Mamet, con un gusto tutto personale anche se non del tutto maturo il registra trae da una sua opera teatrale uno spassoso quanto acre - nonostante il dolciastro finale (non univoco) - ritratto dei rapporti umani e della flessibilità delle prospettive.
