
TRAMA
Nella cittadina di Blithe Hollow, il piccolo Norman è scansato da tutti perché dice di parlare con i morti. Ma un suo zio senzatetto gli rivela che sono quelli come lui a tenere a bada la maledizione della strega che i concittadini uccisero nel XVIII secolo.
RECENSIONI
Opera n. 2, sempre in 3D, della Laika Entertainment, dopo Coraline e la Porta Magica: il nume tutelare è ancora la stop motion simpaticamente macabra di Tim Burton, ma in territori più horror che gotici, dalle parti di Monster House, dove è arduo stabilire quale sia il target di un racconto con direttrici favolistiche ma pauroso e (tutto sommato) adulto: gli autori l’hanno definito un film di zombi per adolescenti, ma sono smentiti dai modi e da un protagonista che pare un bambino. Commedia macabra o meno, per un fanciullino le apparizioni fantasmiche non sono alla Scooby Doo ma spaventevoli (il dettaglio dei sette defunti che cercano Norman: un piede trascinato, un orecchio che cade): il crescendo del terrore c’è anche nel messaggio “la paura fa commettere all’essere umano delitti orribili” e il fanatismo della folla irragionevole o la rabbia sacrosanta della strega sono davvero inquietanti. Il regista Sam Fell (Giù per il Tubo, Le Avventure del Topino Despereaux) ci mette l’esperienza, il neofita Chris Butler (storyboard artist per Coraline e La Sposa Cadavere) la sostanza (sceneggiatore), e quest’ultima è una sorpresa: è, ad esempio, giocato bene il “colpo di scena” della maledizione al contrario, con gli esseri umani assetati di sangue e gli zombi vittime, per arrivare alla rivelazione finale dell’ingiustizia subita dalla strega. Tutta l’operazione è una rivisitazione cinefila del cinema dell’orrore, dal finto film nel film "Laika", con i mangiatori di cervello, passando per Sam Raimi, il Norman Sesto Senso, il giudice Hopkins da Il Grande Inquisitore, la maschera da hockey di Venerdì 13 e la suoneria del telefono di Halloween. Ci sono anche i soliti bulli a scuola, il solito freak tapino senza amici, i soliti comprimari grotteschi e buffi (maschere e caricature notevoli, tecnica stop motion un po’ troppo a scatti: la Laika ha sperimentato la stampa in 3D di volti scolpiti a mano, permettendosi 8.800 espressioni differenti). Figurativamente è notevole l’immagine, nipponica e in CGI, della strega di luce; per il resto si viaggia sul già visto, in tratto e idee scenografiche. Tre anni di lavorazione per 83 milioni di dollari.
