Commedia, Recensione, Thriller

OUT OF SIGHT

Titolo OriginaleOut of Sight
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1998
Durata123'
Sceneggiatura
Tratto dadal romanzo di Elmore Leonard
Fotografia
Scenografia

TRAMA

Un “ladro gentiluomo”, rapinatore di banche, evade di prigione e s’innamora, ricambiato, di una bella sceriffa federale.

RECENSIONI

Dal romanziere "pulp" più richiesto a Hollywood, Elmore Leonard, ancora un progetto Scott Frank-Barry Sonnenfeld-Danny DeVito (quelli di Get Shorty, e appare Michael Keaton nello stesso ruolo che aveva in Jackie Brown di Tarantino): l'indipendente Soderbergh lavora su commissione ma lascia impronte inequivocabili del suo passaggio. Appaga i produttori e le stars protagoniste organizzando a meraviglia la commedia rosa e d'azione, diverte il pubblico con delle gags notevoli (le avance da sfigati dei tre pubblicitari al bar!), fa il verso alla moda con un'unica scena "trash" (Soderbergh, al cruento demenziale in voga oggi, preferisce le commedie sentimentali hollywoodiane classiche), in cui Wide Boy inciampa e si spara in bocca. Nel suo primo film da studio hollywoodiano a grosso budget, tratta gli attori come stars della vecchia scuola, idealizzandoli in stretti, caldi primi piani, legandoli assieme (letteralmente ed in modo figurato) in un baule della macchina dove è imprescindibile il contatto. L'attrazione erotica è alle stelle, e le canoniche schermaglie amorose sono reinventate con il meccanismo del "cane e del gatto", poliziotta e criminale, lasciando aperto il finale (la Lopez complice o meno?). Se, nella trama, c'è l'elegia dell'outsider ribelle alle regole sociali codificate, Soderbergh si accontenta di alcune stilizzazioni "autorali" in una traccia di genere: l'uso frequente dello stop-frame, del flashback e di un montaggio tutt'altro che pulito; l'attenzione particolare riservata al commento sonoro, concentrato su di un R&B funky-groove che accentua le tonalità sexy. In aggiunta, dei dettagli inusuali: il gioco di mani fra innamorati al bar che ricorda le poesie gestuali di Godard, la sequenza in cui i due protagonisti fanno l'amore con le voci off e le immagini che non seguono il continuum temporale (il regista dice di essersi ispirato al Nicolas Roeg di A Venezia...Un Dicembre Rosso Shocking), l'immancabile momento cinefilo (Gangster Story, Quinto Potere, I Tre Giorni del Condor).