Thriller

L’ELETTO

Titolo OriginaleLe Concile de Pierre
NazioneFrancia
Anno Produzione2006
Genere
Durata100'
Montaggio
Scenografia

TRAMA

Una scienziata francese adotta un bimbo tailandese. Tutto bene finché non scopre che questo è il prescelto di un rituale stregonesco, da tenersi tra le steppe della Mongolia.

RECENSIONI

Le Concile De Pierre è una sciocchezza. Sarà una definizione facile ma sfido chiunque a trovarne un’altra per questo film, prodotto di un cinema che ha fatto tanti, tanti danni (lo stesso discorso de L’impero dei lupi ), da una novella ancora di Grangè – non conosco lo scrittore, ma temo che i suoi traspositori gli rendano pessimo servizio -, che si serve di un bagaglio thriller sconclusionato e modaiolo e fa sembrare I fiumi di porpora un capolavoro. Nel particolare, uno svogliato esoterismo di riporto si coniuga alla poetica del buco narrativo, dell’incoerenza, di una seriosità seriamente comica (quale reazione alla catena di mutazioni animali, se non una caterva di risate?). Guillame Nicloux, un uomo qualunque, per delineare il contesto misterico decide che ognuno, cioè tutti, sono implicati nella congiura ai danni di Monica Bellucci; questa intanto si scatena, piange, sospira, soffre, infine si lancia nella lotta a mani nude contro un orso digitale. Il Male fiorisce ai confini del mondo, stavolta in Mongolia, e domanda un sacrificio al sereno pianeta Occidente; ma è un sostrato analitico già ignoto alla pellicola, che la butta in confusione sul primitivo e apre perfino la finestra del sequel (!). Botti musicali a coprire l’incapacità di coltivare l’intreccio, attori fuori contesto e fuori tutto – si prostituisce perfino la Deneuve, ma non è Bella di giorno -, grandiosi scultoni da collezione (il serpente che rotola sulla Bellucci, materia per Bigas Luna).
Bruttissimo ma anche, per gli adepti del trash, meraviglioso.