Commedia

LE MIE GROSSE GRASSE VACANZE GRECHE

Titolo OriginaleMy Life in Ruins
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2009
Genere
Durata100'
Sceneggiatura
Scenografia

TRAMA

Un’insegnante di storia dell’arte, costretta a fare la guida turistica, si trova a fare i conti con il peggior gruppo di turisti del mondo.

RECENSIONI

Scritto e interpretato da Nia Vardalos e prodotto dai coniugi Hanks come Il mio grosso grasso matrimonio greco, My life in ruins ripropone il modello della commedia interculturale con protagonista imbranata invertendo il meccanismo: non più greci attaccati alle loro tradizioni che si confrontano con gli Stati Uniti, ma turisti di diverse nazionalità che visitano la Grecia senza alcuna attenzione per la sua storia e le sue tradizioni.
Il piano però si sposta completamente: dalla difficile integrazione (più temuta che ricercata, per la verità) alla semplice situazione turistica, con implicazioni ben più lievi e passeggere.
Così il già modesto film del 2002 - che i distributori italiani tentano disperatamente di riagganciare con l'orrendo titolo Le mie grosse grasse vacanze greche - confrontato a questo appare brioso e profondo.
My life in ruins in principio gioca con gli stereotipi sui turisti nel mondo: incolti, disinteressati, sempre affamati, incapaci di prestare attenzione allo spirito ed alle tradizioni del luogo, pronti ad abboccare alla parola 'tipico' ed al souvenir 'locale'. Ne risulta un quadro scherzoso e parodistico sull'inferno dei viaggi organizzati (inferno per gli accompagnatori, soprattutto).
Nella seconda parte, però, il film sembra sposare la filosofia opposta, inneggiando al disimpegno, al relax ed al divertimento in spiaggia piuttosto che davanti ai monumenti, in nome probabilmente della giusta misura.
Questo poco coerente rovesciamento di prospettiva non è l'unico presente in questa sceneggiatura.
Tutti i cambiamenti sono scattosi ed ingiustificati come la metamorfosi del 'Lui' di turno da yeti ad interessante tenebroso a fusto: la protagonista passa da pessima ad ottima guida, il comprimario da fastidioso spiritosone ad amabile vedovo in cerca di evasione (cosa ci fa qui Richard Dreyfuss?), la ragazzina da musona a sorridente (solo in virtù dell'apparizione del primo coetaneo che passa).
Un guazzabuglio decisamente rozzo, all'interno del quale sono una minoranza gli spunti buoni e ben inseriti.
Non che Nia Vardalos non sia simpatica come imbranata con l'utopia dei viaggi culturali, non che a tratti l'ironia sul turismo mercificato non sia azzeccata, senza contare che il film è superficiale ma non pretenzioso come certi suoi parenti. Tuttavia, certe grossolanerie non si possono perdonare nemmeno ad una pellicola che fa della commedia aproblematica la propria missione.
Un aspetto è curioso: l'intero film si svolge fra le bellezze storiche e naturali della Grecia, eppure è del tutto incapace di stimolare nello spettatore il desiderio di visitarle dal vivo.
In Usa questo cugino (non sequel) fuori tempo massimo ha fatto un buco nell'acqua.