Grottesco, Recensione

LA VOCE DELLA LUNA

TRAMA

Ivo è un sognatore in cerca della donna perfetta. Circondato da personaggi eccentrici, fa comunella con un ex-prefetto paranoico.

RECENSIONI

Fiaba surreale dell'assurdo, con set onirici costruiti da Dante Ferretti, dove Federico Fellini, al suo ultimo film, racconta sconsolato della Morte e della Solitudine ma anche del caos di un moderno triviale (dove la televisione spegne la Luna): come in Ginger e Fred, con speculare struttura confusa ed episodica che si fa sublimemente significativa nelle sue allegorie, trovando la via di fuga nella sua incomparabile fantasia come in E la Nave Va. La critica italiana, se non il pubblico, è colpevole di aver scambiato il disordine narrativo (voluto: “È un racconto senza racconto”, ha dichiarato il regista) per approssimazione e di non aver sostenuto l’opera e il suo autore, contribuendo a lasciarlo senza “lavoro” fino alla fine dei suoi giorni. Roberto Benigni e Paolo Villaggio sono utilizzati come clown peculiari, il primo una sorta di Pierrot, il secondo più tetro ma parimenti lunatico (non a caso partecipa alla sceneggiatura Ermanno Cavazzoni che, con il suo romanzo “Il Poema dei lunatici”, è stato il punto di partenza). Fra un coacervo di dialetti regionali, sono forti venature nostalgiche: così si può interpretare la scena del valzer in una discoteca dove incombe un cubo nero del rock.