TRAMA
1946: Marco Maffei, imboscato durante la guerra, fa amicizia con l’ex-fascista Temistocle Orimbelli e, nella sua lussuosa villa sul Lago Maggiore, ne conosce la cognata Matilde, con marito disperso. Viene trovata annegata la moglie di Orimbelli.
RECENSIONI
Le ambientazioni e le atmosfere lasciano il segno, fra le acque e le nebbie del Lago Maggiore, i chiaroscuri di Villa Cleofe (a Stresa), l’eremo di Santa Caterina (ad Angera), gli umori erotici con un’Ornella Muti perennemente discinta e un Ugo Tognazzi al solito impagabile nel disegnare un tipo spregevole. Ma questa trasposizione del romanzo best-seller di Piero Chiara (anche collaboratore alla sceneggiatura), uscito l’anno precedente, vuole essere anche commedia, giallo colmo di suspense, manifestazione dell’occulto, studio di costume borghese, atto feroce, malinconico ed inquietante: ciò che riesce alla pagina scritta, non si traduce in un corrispettivo filmico che sappia amalgamare del tutto i differenti registri.
