Commedia, Recensione

GIOVANI, CARINI E DISOCCUPATI

Titolo OriginaleReality bites
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1994
Genere
Durata99’

TRAMA

Lelaina è laureata e lavora presso uno studio televisivo; Troy fa il filosofo rockettaro ed è geloso quando Lelaina si fidanza con uno yuppie; Sammy è omosessuale e Vicky va fiera della propria indipendenza.

RECENSIONI

 

Come Singles, Clerks e simili, un’opera minimalista e logorroica incentrata sulla cosiddetta “Generazione X” degli anni novanta, disincantata, sul baratro fra cinismo esistenziale ed idealismo senza compromessi. Giovane, carina e intelligente, è giocata stilisticamente sull’onnipresenza del mezzo televisivo (varie le citazioni, da ‘Melrose Place’ a ‘I Robinson’), sia attraverso Lelaina che riprende “dall’interno” con una telecamera, sia come media consumato, “all’esterno”, anche nelle conversazioni e nelle aspirazioni lavorative. Del resto, l’esordiente alla regia Ben Stiller (figlio di Jerry Stiller e di Anne Meara, che fa una comparsata) proviene proprio dai palinsesti del piccolo schermo con, all’attivo, il Saturday Night Live e il Ben Stiller Show: è con il suo sguardo che si genera una sorta d’impasse, nel momento in cui non riesce ad essere del tutto schietto e genuino, perché non fa parte del mondo che ritrae; anche la sceneggiatura di Helen Childress guarda con perspicacia al mondo giovanile (azzeccato il sarcasmo sul calvario dei colloqui di lavoro) ma finisce con l’essere troppo a largo raggio, cioè calcolata per una pesca a strascico sul fondo dei luoghi comuni di questo quotidiano (c’è di tutto: l’omosessuale che non si è dichiarato, il problema Aids, i divorzi dei genitori, il telefono “amico”, la disoccupazione, l’apatia). Fosse stato un saggio sociologico onnicomprensivo, un tale approccio era giustificabile, ma il fatto che il racconto preferisca, ad un certo punto, seguire una comune love-story, fa sorgere il dubbio di un’operazione più scaltra che altro, con i suoi momenti grossolani (lo yuppie di Ben Stiller che esce di scena con sommarietà; l’associazione fra maturità e giacca-e-cravatta…). Ricolmo della colonna sonora della loro vita, fra grunge e riflusso di motivi del passato (dalla scena di Seattle al ‘Peter Frampton comes alive’), con camei di David Pirner dei Soul Asylum ed Evan Dando dei Lemonheads.